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Svegliatevi! 2001
g01 22/9 pp. 18-21

Leif Eriksson scoprì l’America?

DALLA DANIMARCA

CHI ha scoperto l’America? Nessuno lo sa con certezza. La risposta dipende in gran parte da cosa si intende per “scoprire” e “America”. Dopo tutto, questo continente era abitato già molti secoli prima che gli europei ne conoscessero anche solo l’esistenza. All’inizio del 1493 Cristoforo Colombo tornò in Europa per riferire ciò che aveva visto nel suo primo viaggio in America. In realtà era approdato sulle isole delle Indie Occidentali. Ma non era il primo europeo ad aver messo piede su questo straordinario nuovo mondo. A quanto pare un gruppo di biondi scandinavi aveva toccato il continente nordamericano 500 anni prima.

Un migliaio di anni fa l’Atlantico settentrionale era probabilmente freddo e imprevedibile come lo è oggi. Un marinaio pensa forse di conoscere le correnti e i mutevoli venti dell’oceano, ma nebbia e burrasca possono rendergli impossibile orientarsi per settimane. Secondo un’antica saga nordica, questo è proprio ciò che accadde un’estate al giovane Bjarni Herjolfsson, esperto navigatore e abile avventuriero. Era stato spinto fuori rotta, ma forse aveva scoperto un continente!

Era l’era dei vichinghi, quando i normanni estendevano il proprio dominio oltremare e a sud in Europa. Le loro agili navi che tenevano bene il mare si potevano vedere dappertutto, dalla costa della Norvegia ai litorali nordafricani ai fiumi d’Europa.

Secondo la Saga dei groenlandesi, Bjarni fece una lunga spedizione in Norvegia. All’approssimarsi dell’inverno del 986 tornò in Islanda con le navi cariche. Ma con sua sorpresa scoprì che suo padre era partito dall’Islanda con una flotta al comando di Erik il Rosso. Erano andati a colonizzare una terra estesa che Erik aveva scoperto a ovest dell’Islanda. Per renderla più attraente, Erik aveva dato all’isola il nome di Groenlandia (Terra Verde). Risoluto, il giovane Bjarni salpò per la Groenlandia. Ma poi mutò il vento, e i navigatori furono avvolti dalla nebbia. “Per molti giorni non riuscirono a orientarsi”, narra la saga summenzionata.

Quando finalmente i marinai avvistarono terra, non corrispondeva alla descrizione della Groenlandia. La costa appariva lussureggiante, collinosa e ammantata di boschi. Navigarono in direzione nord avendo la costa alla loro sinistra. Nemmeno la terra che intravidero la seconda volta sembrava avere l’aspetto della Groenlandia. Diversi giorni dopo, comunque, la terra era diversa: più montuosa e glaciale. Allora Bjarni e i suoi uomini volsero la prora a est, e infine trovarono la Groenlandia e la colonia normanna di Erik il Rosso.

Leif Eriksson prende il mare

Probabilmente fu così che degli europei misero gli occhi — ma non piede — sul continente che in seguito sarebbe stato conosciuto come America Settentrionale. La relazione di Bjarni su ciò che aveva visto destò vivo interesse nei suoi compatrioti normanni in Groenlandia. La loro terra gelida era povera di alberi; per costruire e riparare le imbarcazioni e le case dovevano accontentarsi del legname che trovavano sulla spiaggia o di quello costoso che veniva trasportato dalle navi. Ma sembrava che a poca distanza, oltre il mare a occidente, ci fosse una terra ammantata di foreste, con alberi in gran quantità.

Particolarmente tentato da questa nuova terra era il giovane Leif Eriksson, detto il Felice, uno dei figli di Erik il Rosso. Di Leif si dice che fosse “un uomo grande, forte, aitante e saggio”. Verso l’anno 1000 Leif Eriksson comprò la nave di Bjarni e con 35 uomini salpò alla ricerca delle coste avvistate da Bjarni.

Tre nuove terre

Se le saghe sono accurate, prima Leif trovò una terra arida, con altipiani coperti da grandi ghiacciai. Dato che sembrava un’unica lastra di roccia, Leif la chiamò Helluland, che significa “Terra piana rocciosa”. Probabilmente quello fu il momento in cui degli europei misero per la prima volta piede sul suolo dell’America del Nord. Gli storici oggi sostengono che Helluland fosse l’isola di Baffin, nel Canada nord-orientale.

Gli scopritori normanni proseguirono il loro viaggio verso sud. Si imbatterono in un secondo lembo di terra, pianeggiante e coperto di foreste, orlato di spiagge bianche. Leif chiamò questa terra Markland, che significa “Terra boscosa”, oggi generalmente identificata con il Labrador. Poco dopo scoprirono un terzo lembo di terra, ancor più promettente.

La saga continua: “Presero il largo e trascorsero due giorni in mare con un vento che spirava da nord-est, finché avvistarono terra”. Trovarono questa nuova terra così gradevole che decisero di costruire abitazioni e trascorrervi l’inverno. Durante l’inverno “la temperatura non scese mai al di sotto del punto di congelamento e l’erba appassì appena”. In seguito un uomo del gruppo trovò perfino uva selvatica e viti; perciò Leif Eriksson la chiamò Vinland, che forse significa “Terra del vino”. La primavera seguente gli uomini tornarono in Groenlandia con le imbarcazioni cariche dei ricchi prodotti di Vinland.

Oggi agli studiosi piacerebbe sapere dov’era esattamente questo Vinland ricco di verdi pascoli e viti, ma il luogo rimane di non facile identificazione. Alcuni ricercatori fanno notare che le caratteristiche fisiche di Terranova corrispondono alle descrizioni delle antiche saghe. Un sito archeologico a Terranova indica che senza dubbio i normanni furono nell’isola. Tuttavia altri scienziati sostengono che Vinland doveva trovarsi più a sud e che quel luogo a Terranova servisse ai normanni come base operativa o porta per un Vinland più meridionale.a

Che prove ci sono?

Nessuno sa bene come conciliare i particolari di questa saga nordica con la geografia di oggi. I particolari lacunosi e vaghi delle saghe affascinano da tempo gli storici. Ad ogni modo, la prova più valida della presenza normanna in America prima di Colombo è il sito in cui, negli anni ’60 e ’70, sono stati effettuati scavi a Terranova nei pressi della cittadina di L’Anse aux Meadows. Vi sono stati portati alla luce i resti di abitazioni innegabilmente normanne nonché una fucina e altri oggetti, che sono stati datati all’epoca di Leif Eriksson. Inoltre, un esploratore danese che lavora nel sud di Terranova ha scoperto di recente un peso di pietra progettato ad arte che veniva probabilmente usato come zavorra in una nave vichinga.

I viaggi compiuti dai normanni verso nuove terre nel lontano occidente non erano tenuti segreti. Leif Eriksson si recò in Norvegia per riferire al re ciò che aveva visto. Quando Adamo di Brema, storiografo tedesco e rettore di una scuola capitolare, si recò in Danimarca verso il 1070 per avere notizie sui paesi nordici, Svend re di Danimarca gli parlò di Vinland, la terra che produceva ottimo vino. Questo particolare leggendario fu incluso nella cronaca di Adamo di Brema. In tal modo molte persone colte in Europa vennero a sapere dell’esistenza delle terre occidentali visitate dai normanni. Inoltre, antichi annali islandesi dei secoli XII e XIV menzionano successive spedizioni dei normanni in Markland e Vinland, a ovest della Groenlandia.

È molto probabile che anche Cristoforo Colombo sapesse dei viaggi fatti in Vinland circa 500 anni prima del suo tempo. Secondo un libro su Vinland ci sono indicazioni che, prima del suo famoso viaggio del 1492/93, Colombo si sia recato in Islanda per studiare i documenti che si trovavano lì.

Che ne fu dei normanni?

Non si ha notizia di colonie normanne permanenti in America. Può esserci stato un fallito tentativo di colonizzazione, di breve durata; le condizioni lì erano molto dure e i nativi americani — che i vichinghi chiamarono Skraeling — si rivelarono superiori agli intrusi. In Groenlandia i discendenti di Erik il Rosso e di suo figlio Leif Eriksson non ebbero vita facile. Il clima divenne sempre più rigido e i rifornimenti si fecero scarsi. Sembra che dopo quattro o cinque secoli i normanni siano scomparsi del tutto dalla Groenlandia. L’ultima testimonianza scritta della permanenza normanna sull’isola riguarda un matrimonio tenuto in una chiesa groenlandese nel 1408. Oltre un secolo dopo, una nave mercantile tedesca trovò la colonia groenlandese interamente abbandonata: c’era solo il cadavere insepolto di un uomo con il coltello al fianco. Dopo di che non si parla più dei normanni in Groenlandia. Solo nel XVIII secolo arrivarono nuovi coloni norvegesi e danesi, che vi insediarono una colonia permanente.

Fu comunque dalla Groenlandia che intrepidi navigatori normanni salparono per un nuovo mondo. Possiamo ancora immaginare quegli uomini arditi dirigere le loro imbarcazioni dalla vela quadrata in acque sconosciute, finché un giorno videro con meraviglia profilarsi all’orizzonte un litorale estraneo... non sospettando mai che cinque secoli dopo Cristoforo Colombo sarebbe stato acclamato come colui che aveva scoperto questo Nuovo Mondo.

[Nota in calce]

a Vedi l’articolo “Dove si trova il leggendario Vinland?” nel numero di Svegliatevi! dell’8 luglio 1999.

[Riquadro/Immagine a pagina 20]

COME SEGUIVANO LA ROTTA I VICHINGHI?

I vichinghi o normanni dell’alto Medioevo non avevano bussole. Come facevano quindi a essere navigatori così straordinari? Quando la navigazione non si svolgeva in mare aperto, lambivano il litorale. Dov’era possibile attraversavano uno stretto nel punto in cui si poteva vedere terra da ambo i lati. Inoltre sapevano orientarsi con il sole e le stelle. Per esempio, usavano un sistema semplice per stabilire la latitudine servendosi di una tabella numerica per ciascuna settimana dell’anno e di uno stilo per misurare l’altezza del sole di mezzogiorno sull’orizzonte. Siccome non avevano nessun sistema per stabilire la longitudine, in alto mare preferivano navigare in direzione est oppure ovest, seguendo la latitudine prescelta.

Se, ad esempio, partendo dalla Groenlandia volevano raggiungere un punto della costa di Vinland, facevano vela verso sud finché trovavano la latitudine esatta; poi viravano in direzione ovest e trovavano l’approdo desiderato. Anche l’osservazione degli uccelli era utile per i marinai vichinghi che si trovavano in alto mare. Erano esperti nel dedurre dov’era la terraferma — e che tipo di terra era — osservando gli uccelli in volo. A volte portavano con sé corvi; una volta liberati, gli uccelli spiccavano il volo e si dirigevano verso la costa più vicina. Così i marinai vichinghi sapevano dove trovare terra a più breve distanza.

Un altro strumento per la navigazione era lo scandaglio. Il marinaio vichingo calava una sagola che portava un peso di piombo. Ciò serviva a due scopi. Gli permetteva di misurare la profondità delle acque. Quando il peso aveva toccato il fondo, il marinaio issava la sagola e ne misurava la lunghezza con l’apertura delle proprie braccia. Ancor oggi i marinai misurano le profondità marine in “braccia” o “fathom”, termine derivante da una voce norrena che significa appunto “apertura delle braccia”. Ma il peso di piombo aveva anche un’altra funzione. Spesso il fondo, incavato, veniva riempito di sego. In tal modo il peso avrebbe portato su un campione del fondo marino. Il marinaio esaminava la composizione del campione e consultava le sue carte nautiche, che contenevano la descrizione delle caratteristiche del fondo marino di varie località. Pur possedendo strumenti semplici, i vichinghi divennero straordinari navigatori.

[Fonte]

Foto: Stofnun Arna Magnússonar, Islanda

[Cartina a pagina 18]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

NUOVA SCOZIA

Viaggio di Bjarni Herjolfsson dall’Islanda verso il 986

TERRANOVA

LABRADOR

ISOLA DI BAFFIN

GROENLANDIA

Viaggio di Leif Eriksson dalla Groenlandia verso il 1000

GROENLANDIA

ISOLA DI BAFFIN

LABRADOR

TERRANOVA

[Fonte]

Mountain High Maps® Copyright © 1997 Digital Wisdom, Inc.

[Immagine a pagina 18]

A sinistra, ricostruzione della casa di Erik il Rosso in Groenlandia

[Immagine a pagina 18]

Una replica a grandezza naturale di una nave vichinga rifà il viaggio di Leif Eriksson

[Fonte]

Navi vichinghe alle pagine 2 e 18: Foto: Narsaq Foto, Groenlandia

[Immagine a pagina 21]

Statua di Leif Eriksson in Islanda

[Immagine a pagina 21]

L’Anse aux Meadows a Terranova

[Fonte]

Parks Canada

[Fonte dell’immagine a pagina 20]

Manufatti esposti nel Museo di Antichità Nazionali di Stoccolma, Svezia

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