Capitolo 3
Cosa dice Genesi?
1. (a) Qual è lo scopo di questa trattazione di Genesi, e cosa è bene ricordare? (b) Come sono trattati gli avvenimenti nel primo capitolo di Genesi?
COME altre cose travisate o fraintese, il primo capitolo della Bibbia merita come minimo un esame obiettivo. Bisogna analizzarlo e vedere se è conforme ai fatti disponibili, senza cercare di manipolarlo per farlo corrispondere a qualche struttura teorica. Occorre anche ricordare che il racconto di Genesi non fu scritto per spiegare il “meccanismo” della creazione. Piuttosto, tratta in maniera progressiva gli avvenimenti principali, descrivendo quali cose furono formate e in che ordine, come pure in quale intervallo di tempo — o “giorno” — ciascuna apparve per la prima volta.
2. (a) Da quale punto di vista sono descritti gli avvenimenti di Genesi? (b) Come lo si nota dalla descrizione dei “luminari”?
2 Nell’esaminare il racconto di Genesi è bene tenere presente che gli avvenimenti vi sono descritti dal punto di vista di chi sta sulla terra. Sono cioè descritti così come sarebbero apparsi ad osservatori umani se ve ne fossero stati. Lo si può notare da come sono esposti gli avvenimenti del quarto “giorno” di Genesi. Il sole e la luna vi sono descritti come grandi luminari, in paragone alle stelle. Eppure molte stelle sono assai più grandi del nostro sole, e in paragone ad esse la nostra luna è insignificante. Ma non per chi li osserva dalla terra. Visti dalla terra, il sole appare come un ‘astro maggiore che domina il giorno’ e la luna come un ‘astro minore che domina la notte’. — Genesi 1:14-18.
3. Com’è descritto l’aspetto della terra prima dell’inizio del primo “giorno”?
3 La prima parte di Genesi indica che la terra poteva esistere già da miliardi di anni prima che iniziasse il primo “giorno” di Genesi, anche se non specifica da quanto. Descrive comunque qual era l’aspetto della terra prima che iniziasse quel “giorno”: “Or la terra era informe e vacua e c’erano tenebre sulla superficie delle ondeggianti acque; e la forza attiva di Dio si muoveva sulla superficie delle acque”. — Genesi 1:2.
Quanto è lungo un “giorno” di Genesi?
4. Che indicazione troviamo nel racconto stesso della creazione che la parola “giorno” non si riferisce semplicemente a un periodo di 24 ore?
4 Molti pensano che la parola “giorno” usata nel primo capitolo di Genesi si riferisca a un giorno di 24 ore. Ma in Genesi 1:5 vien detto che Dio stesso divise il giorno in un periodo di tempo più corto, chiamando “Giorno” il solo periodo di luce. In Genesi 2:4 si fa riferimento a tutti i periodi creativi come a un solo “giorno”: “Questa è la storia dei cieli e della terra nel tempo in cui furono creati, nel giorno [tutt’e sei i periodi creativi] che Geova Dio fece la terra e il cielo”.
5. Qual è uno dei significati della parola “giorno” in ebraico a indicare che può riferirsi a periodi di tempo più lunghi?
5 Il termine ebraico yohm, tradotto “giorno”, può riferirsi a periodi di tempo diversi. Fra i possibili significati l’Old Testament Word Studies di William Wilson include i seguenti: “Giorno; termine generalmente usato in riferimento al tempo in generale, o a un lungo periodo di tempo; un intero periodo oggetto di studio . . . Giorno è anche usato per una particolare stagione o tempo in cui si verificano avvenimenti straordinari”.1 Quest’ultima definizione sembra adattarsi ai “giorni” creativi, perché furono senz’altro periodi in cui, come descritto, si verificarono avvenimenti straordinari. Può anche abbracciare periodi molto più lunghi di 24 ore.
6. Perché l’uso delle espressioni “sera” e “mattina” non limita necessariamente il significato della parola “giorno” a un periodo di 24 ore?
6 Il primo capitolo di Genesi usa le espressioni “sera” e “mattina” con riferimento ai periodi creativi. Non indica questo che erano di 24 ore? Non necessariamente. In certe lingue spesso ci si riferisce all’arco di vita di una persona come al suo “giorno”. Si usano espressioni come “al giorno di mio padre” o “al giorno di Shakespeare”. Questo “giorno” o arco di vita può essere suddiviso in periodi più brevi. Anche nella nostra lingua sono infatti in uso espressioni metaforiche come “l’alba del secolo” o “il crepuscolo della vita”. Perciò l’uso dell’espressione ‘sera e mattina’ nel capitolo uno di Genesi non limita il significato della parola “giorno” a un letterale periodo di 24 ore.
7. Quali altri usi della parola “giorno” mostrano che può trattarsi di un periodo più lungo di 24 ore?
7 “Giorno”, nella Bibbia, può includere estate e inverno, il passar delle stagioni. (Zaccaria 14:8) Il “giorno della mietitura” dura molti giorni. (Confronta Proverbi 25:13 e Genesi 30:14). Mille anni sono paragonati a un giorno. (Salmo 90:4; II Pietro 3:8, 10) Il “Giorno del Giudizio” abbraccia molti anni. (Matteo 10:15; 11:22-24) Sembrerebbe ragionevole che, in modo analogo, i “giorni” di Genesi possano aver abbracciato lunghi periodi di tempo, millenni. Che cosa avvenne dunque in quelle ere creative? Il racconto che ne fa la Bibbia è scientifico? Elenchiamo di seguito gli avvenimenti verificatisi in quei “giorni” secondo la narrazione di Genesi.
Primo “giorno”
8, 9. Cosa si fece nel primo “giorno”? Con questo, Genesi vuol forse dire che il sole e la luna fossero creati allora?
8 “‘Si faccia luce’. Quindi si fece luce. E Dio chiamava la luce Giorno, ma chiamò le tenebre Notte. E si fece sera e si fece mattina, un primo giorno”. — Genesi 1:3, 5.
9 Naturalmente il sole e la luna esistevano nello spazio già molto tempo prima di questo primo “giorno”, ma la loro luce non raggiungeva la superficie terrestre così da poter essere visibile a un osservatore situato sulla terra. Evidentemente si fece luce nel senso che essa divenne visibile sulla terra in questo primo “giorno”, e sulla terra, a motivo della sua rotazione, cominciarono a susseguirsi il giorno e la notte.
10. Come può essersi prodotta quella luce, e come doveva essere?
10 A quanto pare la luce subentrò con un processo graduale, che richiese un lungo periodo di tempo, e non all’istante come quando si accende una lampadina. La traduzione di Genesi a cura di J. W. Watts lo evidenzia dicendo: “E la luce venne gradualmente all’esistenza”. (A Distinctive Translation of Genesis) Questa luce proveniva dal sole, ma il sole stesso non era visibile attraverso il cielo coperto. Perciò la luce che raggiungeva la terra era “luce diffusa”, come indica un commento al versetto 3 nella Emphasised Bible di Rotherham. — Vedi la nota b sul versetto 14.
Secondo “giorno”
11, 12. (a) Cosa viene detto circa il secondo “giorno”? (b) Come è stata erroneamente tradotta a volte la parola ebraica indicante questo sviluppo, e qual è il suo vero significato?
11 “‘Si faccia una distesa fra le acque e avvenga una divisione fra le acque e le acque’. Quindi Dio faceva la distesa e faceva una divisione fra le acque che dovevano essere sotto la distesa e le acque che dovevano essere sopra la distesa. E così si fece. E Dio chiamava la distesa Cielo”. — Genesi 1:6-8.
12 Alcune traduzioni usano la parola “firmamento” invece di “distesa”. Da ciò l’idea che il racconto di Genesi abbia preso a prestito dai miti della creazione che rappresentano questo “firmamento” come una volta metallica. Ma anche la Bibbia Concordata, che usa il termine “firmamento”, riporta nella nota in calce “estensione”. Questo perché la parola ebraica raqìaʽ, tradotta “distesa”, significa ‘distendere’, ‘estendere’, ‘espandere’.
13. La distesa poteva apparire come se fosse avvenuto che cosa?
13 Il racconto di Genesi dice che fu Dio a far questo, ma non dice come. Comunque avvenisse la separazione, l’aspetto era come se le ‘acque al di sopra’ fossero state sollevate dalla terra. E in seguito si poté dire che gli uccelli volavano nella “distesa dei cieli”, come menzionato in Genesi 1:20.
Terzo “giorno”
14. Com’è descritto il terzo “giorno”?
14 “‘Le acque sotto i cieli si raccolgano in un sol luogo e appaia l’asciutto’. E così si fece. E Dio chiamava l’asciutto Terra, ma la riunione delle acque Mari”. (Genesi 1:9, 10) Anche in questo caso il racconto non spiega come ciò venisse fatto. Certamente l’emergere dell’asciutto dovette comportare lo spostamento di enormi masse di terra. I geologi spiegherebbero questi grandi sconvolgimenti col “catastrofismo”. Ma Genesi dà risalto alla guida e al controllo da parte di un Creatore.
15, 16. (a) Quali particolari furono accennati a Giobbe riguardo alla terra? (b) Fino a che punto le radici dei continenti e delle montagne scendono in profondità, e cosa è paragonabile a una “pietra angolare” per la terra?
15 Nel racconto biblico in cui Dio interroga Giobbe circa la sua conoscenza della terra, si accenna a vari sviluppi relativi alla storia della terra: le sue misure, le sue masse di nuvole, i suoi mari e in che modo le onde di questi furono delimitate dall’asciutto, cioè vari aspetti generali della creazione, che abbracciano lunghi periodi di tempo. Fra l’altro, paragonando la terra a un edificio, la Bibbia dice che Dio chiese a Giobbe: “In che cosa sono stati affondati i suoi piedistalli con incastro, o chi ne pose la pietra angolare?” — Giobbe 38:6.
16 Fatto interessante, la crosta terrestre, come “piedistalli con incastro”, è molto più spessa sotto i continenti e ancor più sotto le catene montuose, estendendosi in profondità nel sottostante mantello come le radici di un albero nel suolo. “L’idea che montagne e continenti avessero radici è stata più volte messa alla prova e si è dimostrata valida”, dice Putnam’s Geology.2 La crosta oceanica ha uno spessore di circa 8 chilometri soltanto, ma le radici continentali affondano nel sottosuolo per oltre 30 chilometri, mentre quelle delle montagne raggiungono una profondità all’incirca doppia. Inoltre, tutti gli strati della terra premono verso l’interno sul nucleo terrestre, da ogni direzione, facendone, per così dire, una grande “pietra angolare” di sostegno.
17. Cos’è importante a proposito della comparsa dell’asciutto?
17 Quali che fossero i mezzi impiegati per far emergere le superfici asciutte, il punto importante è che sia la Bibbia che la scienza lo considerano uno degli stadi formativi della terra.
Vegetazione terrestre il terzo “giorno”
18, 19. (a) Oltre all’asciutto, cos’altro apparve il terzo “giorno”? (b) Cosa non elenca il racconto di Genesi?
18 Il racconto biblico prosegue dicendo: “‘La terra faccia spuntare erba, vegetazione che faccia seme, alberi fruttiferi che portino frutto secondo le loro specie, il cui seme sia in esso, sopra la terra’. E così si fece”. — Genesi 1:11.
19 Pertanto, entro la fine di questo terzo periodo creativo erano state create tre ampie categorie di piante terrestri. La luce diffusa doveva ormai essere diventata sufficientemente forte, abbastanza da permettere il processo di fotosintesi essenziale alle piante verdi. Fra parentesi, il racconto non elenca qui tutte le “specie” di piante venute all’esistenza. Pur non essendo specificamente menzionati, i microrganismi, le piante acquatiche e altre furono probabilmente create in questo “giorno”.
Quarto “giorno”
20. Quali divisioni del tempo furono rese possibili dall’apparire dei luminari nella distesa?
20 “‘Si facciano dei luminari nella distesa dei cieli per fare una divisione fra il giorno e la notte: ed essi dovranno servire come segni e per le stagioni e per i giorni e gli anni. E dovranno servire come luminari nella distesa dei cieli per risplendere sopra la terra’. E così si fece. E Dio faceva i due grandi luminari, il luminare maggiore per dominare il giorno e il luminare minore per dominare la notte, e anche le stelle”. — Genesi 1:14-16.
21. Che differenza c’era fra la luce del quarto “giorno” e quella del primo?
21 Precedentemente, con riferimento al primo “giorno”, viene usata l’espressione “si faccia luce”. Lì la parola usata per “luce” è ’ohr, che significa luce in senso generale. Ma il quarto “giorno” la parola ebraica diventa ma’òhr, che si riferisce alla fonte della luce. Rotherham, in una nota su “Luminari” nell’Emphasised Bible, dice: “Al v. 3, ’ôr [’ohr], luce diffusa”. Prosegue quindi spiegando che la parola ebraica ma’òhr, al versetto 14, denota qualcosa “che emana luce”. Evidentemente il primo “giorno” la luce diffusa penetrò attraverso le fasce che avvolgevano il pianeta, ma le sorgenti di quella luce non sarebbero state visibili a un osservatore situato sulla terra, a causa degli strati di nubi che ancora circondavano il pianeta. A quanto pare in questo quarto “giorno” la situazione cambiò.
22. Nel quarto “giorno”, quale sviluppo può esserci stato in vista dell’arrivo della vita animale?
22 Un’atmosfera inizialmente ricca di anidride carbonica può aver determinato un clima caldo in tutta la terra. Ma la rigogliosa crescita della vegetazione nel terzo e nel quarto periodo creativo avrebbe assorbito parte di questa coltre di anidride carbonica che tratteneva il calore. A sua volta la vegetazione avrebbe liberato ossigeno, indispensabile alla vita animale. — Salmo 136:7-9.
23. Quali notevoli cambiamenti sono descritti in relazione a questo periodo?
23 A quel punto un eventuale osservatore situato sulla terra sarebbe stato in grado di distinguere il sole, la luna e le stelle, che dovevano “servire come segni e per le stagioni e per i giorni e gli anni”. (Genesi 1:14) La luna avrebbe segnato il trascorrere dei mesi lunari, e il sole quello degli anni solari. Le stagioni che vennero all’esistenza in questo quarto “giorno” dovevano essere senz’altro molto più miti di come divennero in seguito. — Genesi 1:15; 8:20-22.
Quinto “giorno”
24. La comparsa di quali creature è menzionata nel quinto “giorno”, ed entro quali limiti si sarebbero riprodotte?
24 “‘Brulichino le acque di un brulichìo di anime viventi e creature volatili volino sopra la terra sulla faccia della distesa dei cieli’. E Dio creava i grandi mostri marini e ogni anima vivente che si muove, di cui le acque brulicarono secondo la loro specie, e ogni alata creatura volatile secondo la sua specie”. — Genesi 1:20, 21.
25. Come furono chiamate le creature apparse il quinto “giorno”?
25 È interessante notare che le creature non umane di cui dovevano brulicare le acque sono chiamate “anime viventi”. Questo termine valeva anche per le ‘creature volatili che volano sopra la terra sulla faccia della distesa’. E includeva anche quelle forme di vita sia acquatiche che volatili, come i mostri marini, i cui resti fossili sono stati scoperti dagli scienziati in tempi recenti.
Sesto “giorno”
26-28. Cosa avvenne nel sesto “giorno”, e cosa ci fu di notevole nell’ultimo atto creativo?
26 “‘Produca la terra anime viventi secondo la loro specie, animali domestici e animali che si muovono e bestie selvagge della terra secondo la loro specie’. E così si fece”. — Genesi 1:24.
27 Così nel sesto “giorno” fecero la loro comparsa gli animali terrestri, sia selvatici che domestici. Ma quest’ultimo “giorno” non era terminato. Doveva venire all’esistenza un’ultima notevole “specie”:
28 “E Dio proseguì, dicendo: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e tenga sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e gli animali domestici e tutta la terra e ogni animale che si muove sopra la terra’. E Dio creava l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina”. — Genesi 1:26, 27.
29, 30. Come si può spiegare la diversità fra i capitoli uno e due di Genesi?
29 Il secondo capitolo di Genesi fornisce a quanto pare altri particolari. Ma non è, come pensano alcuni, un diverso racconto della creazione in contrasto con quello del capitolo 1. Semplicemente riprende la narrazione da un certo punto del terzo “giorno”, dopo la comparsa dell’asciutto ma prima della creazione delle piante terrestri, aggiungendo interessanti particolari in relazione all’arrivo dei primi uomini: l’anima vivente Adamo, il giardino in cui dimorava, l’Eden, e la donna Eva, sua moglie. — Genesi 2:5-9, 15-18, 21, 22.
30 Abbiamo menzionato queste informazioni per dare un’idea di ciò che dice Genesi. E questo racconto molto realistico indica che il processo creativo andò avanti non per sole 144 ore (6 × 24), ma per molti millenni.
Come faceva lo scrittore di Genesi a saperlo?
31. (a) Cosa insinuano alcuni circa il racconto di Genesi? (b) Cosa mostra che le loro asserzioni sono errate?
31 Per molti è difficile accettare questo racconto della creazione. Dicono che derivi dai miti della creazione comuni fra i popoli primitivi, principalmente da quelli dell’antica Babilonia. Ma un recente dizionario biblico osserva: “Non si conosce ancora alcun mito che si riferisca esplicitamente alla creazione dell’universo” e i miti “sono caratterizzati dal politeismo e dalle lotte fra le divinità per la supremazia, in netto contrasto col monoteismo ebraico di [Genesi] 1-2”.3 A proposito delle leggende babilonesi sulla creazione, i curatori del British Museum ebbero a dire: “I concetti fondamentali dei documenti babilonesi ed ebraici sono essenzialmente diversi”.4
32. In che modo il racconto della creazione in Genesi si è rivelato scientificamente valido?
32 Da ciò che abbiamo visto, il racconto della creazione in Genesi si dimostra un documento scientificamente valido. Fa menzione delle principali categorie di piante e animali, con le loro molte varietà, che si riproducono soltanto “secondo le loro specie”. La documentazione fossile lo conferma. Infatti rivela l’improvvisa comparsa di ciascuna “specie” senza effettive forme di transizione che la colleghino a qualche “specie” precedente, come vorrebbe la teoria dell’evoluzione.
33. Da quale fonte soltanto possono essere venute le informazioni del racconto della creazione in Genesi?
33 Tutta la conoscenza dei saggi d’Egitto non poté fornire a Mosè, lo scrittore di Genesi, alcun indizio sul processo creativo. I miti della creazione dei popoli antichi non somigliano per nulla a ciò che Mosè scrisse in Genesi. Da quale fonte Mosè attinse tutte quelle informazioni? Evidentemente da qualcuno che era stato presente.
34. Quale altro criterio dimostrativo sottolinea la validità dello schema degli avvenimenti contenuto in Genesi?
34 Il calcolo delle probabilità fornisce una sorprendente prova che il racconto della creazione in Genesi deve aver avuto origine da una fonte che conosceva gli avvenimenti. Il racconto elenca dieci stadi principali, in questo ordine: (1) un principio; (2) una terra primordiale e tenebrosa avvolta da fitte nubi di gas e acqua; (3) la luce; (4) una distesa o atmosfera; (5) ampie superfici asciutte; (6) piante terrestri; (7) visibilità del sole, della luna e delle stelle nella distesa e inizio delle stagioni; (8) mostri marini e creature volatili; (9) animali selvatici e domestici, mammiferi; (10) l’uomo. La scienza è d’accordo sul fatto che i suddetti stadi si siano succeduti in quest’ordine generale. Che probabilità ci sono che lo scrittore di Genesi indovinasse quest’ordine per caso? Le stesse di estrarre a caso da una scatola i numeri da 1 a 10 in ordine consecutivo. Le probabilità di riuscirci al primo tentativo sono una su 3.628.800! Non è quindi realistico pensare che lo scrittore di Genesi abbia elencato per caso nel giusto ordine gli avvenimenti summenzionati, senza essere stato in qualche modo informato sui fatti.
35. Quali domande sorgono, e dove saranno trattate?
35 Ma la teoria dell’evoluzione non ammette l’esistenza di un Creatore che fosse presente, conoscesse i fatti e potesse quindi rivelarli agli uomini. Attribuisce la comparsa della vita sulla terra alla generazione spontanea di organismi viventi a partire da sostanze chimiche inanimate. Ma è possibile che reazioni chimiche non guidate e in balìa del semplice caso creassero la vita? Gli scienziati sono proprio convinti che ciò sia potuto avvenire? Vi invitiamo a leggere il prossimo capitolo.
[Testo in evidenza a pagina 25]
Il racconto di Genesi è descritto dal punto di vista di un osservatore situato sulla terra
[Testo in evidenza a pagina 36]
La documentazione fossile conferma la riproduzione soltanto “secondo le loro specie”
[Riquadro a pagina 35]
Il mito babilonese della creazione dal quale, secondo alcuni, il racconto della creazione in Genesi avrebbe tratto spunto:
Il dio Apsu e la dea Tiamat crearono altri dèi.
In seguito Apsu si adirò con questi dèi e cercò di ucciderli, ma venne egli stesso ucciso dal dio Ea.
Tiamat, per vendetta, cercò di uccidere Ea, ma venne invece uccisa da Marduk, figlio di Ea.
Marduk spaccò in due il corpo di Tiamat: con una metà fece il cielo e con l’altra la terra.
Successivamente Marduk, con l’aiuto di Ea, creò l’umanità dal sangue di un altro dio, Kingu.a
Vi sembra che questa leggenda abbia qualche somiglianza col racconto della creazione in Genesi?
[Riquadro a pagina 36]
Ecco ciò che ha detto un noto geologo sul racconto della creazione in Genesi:
“Se come geologo fossi chiamato a spiegare in breve i nostri moderni concetti sull’origine della terra e sullo sviluppo della vita su di essa a un popolo di semplici pastori, come le tribù alle quali era rivolto il Libro della Genesi, difficilmente potrei fare di meglio che seguire piuttosto da vicino gran parte delle espressioni contenute nel primo capitolo della Genesi”.b Questo geologo, Wallace Pratt, fa pure notare che l’ordine degli avvenimenti — dall’origine degli oceani all’emergere dell’asciutto, alla comparsa della vita nei mari, agli uccelli e ai mammiferi — corrisponde essenzialmente alla successione delle principali ere geologiche.
[Immagine a pagina 27]
1º giorno: “Si faccia luce”
[Immagine a pagina 28]
2º giorno: “Si faccia una distesa”
[Immagine a pagina 29]
3º giorno: “Appaia l’asciutto”
[Immagine a pagina 30]
3º giorno: “La terra faccia spuntare erba”
[Immagini a pagina 31]
4º giorno: ‘Si facciano dei luminari nella distesa, quello maggiore per dominare il giorno e quello minore per dominare la notte’
[Immagine a pagina 32]
5º giorno: ‘Brulichino le acque di anime viventi e creature volatili volino sopra la terra’
[Immagine a pagina 33]
6º giorno: ‘Animali domestici e bestie selvagge secondo la loro specie’
[Immagine a pagina 34]
6º giorno: “Li creò maschio e femmina”
[Immagine a pagina 37]
Le probabilità di riuscirci al primo tentativo sono una su 3.628.800