Cisterna
Cavità artificiale sotterranea usata di solito come riserva idrica. A differenza dei pozzi che vengono scavati per attingere acqua da una vena naturale sotterranea, le cisterne servono per raccogliere e trattenere l’acqua piovana o quella che defluisce dalle sorgenti. Invece di essere aperte come piscine, di solito sono coperte. Il termine ebraico bohr, “cisterna”, è tradotto anche “buca della prigione”, quando serviva a tale scopo (Gen. 40:15), e “fossa” quando si riferisce o è paragonata allo “Sceol”. — Sal. 30:3; Prov. 1:12; Ezec. 31:14, 16.
Le cisterne avevano un’importanza vitale nella Palestina biblica. Spesso erano l’unico modo di assicurare una sufficiente riserva idrica, perché nelle zone montuose pozzi e sorgenti scarseggiavano e, quando c’erano, spesso si asciugavano verso la fine dell’estate. Queste cisterne costruite dall’uomo permisero che sorgessero villaggi anche in luoghi dove la riserva idrica era altrimenti troppo scarsa, come nel Negheb. Geova rassicurò il suo popolo promettendo che nella Terra Promessa avrebbero trovato cisterne già scavate. (Deut. 6:10, 11; Nee. 9:25) Il re Uzzia è noto per aver scavato “molte cisterne” in tutto il territorio di Giuda. (II Cron. 26:1, 10) Dall’alta Galilea fino al Negheb, c’erano letteralmente migliaia di cisterne, e ne sono state scoperte molte che praticamente crivellavano il terreno in certe zone. Anche presso i moabiti era auspicabile che ogni famiglia avesse la propria cisterna. Secondo la Stele Moabita, nel X secolo a.E.V. Mesa loro re aveva detto: “Non c’erano cisterne dentro la città a Qarhoh, perciò dissi a tutto il popolo: ‘Ciascuno di voi si faccia una cisterna in casa sua!’” (Ancient Near Eastern Texts, 1955, p. 320) Sennacherib cercò di ingraziarsi gli abitanti di Gerusalemme promettendo che se si arrendevano avrebbero bevuto “ciascuno l’acqua della sua propria cisterna”. — II Re 18:31; Isa. 36:16.
Più comunemente le cisterne erano scavate nella roccia. Se la roccia era compatta e senza incrinature, non c’erano perdite d’acqua, ma nel calcare poroso prevalente in gran parte della Palestina era necessario intonacare le pareti interne per renderle impermeabili. Le cisterne scavate nella terra erano rivestite internamente di mattoni o pietre e poi intonacate. Queste cisterne di solito erano a forma di pera, più larghe in fondo e strette in alto; a volte l’imboccatura era larga anche meno di mezzo metro. Quando grotte naturali venivano modificate o ampliate per servire da cisterne, si lasciavano pilastri di roccia originale per sostenere il soffitto o, come in alcune di quelle scoperte nel Negheb, allo stesso scopo si costruivano degli archi all’interno della cisterna. Canali scavati nel pendio della collina convogliavano l’acqua piovana nel serbatoio sotterraneo. Per avere un’idea della grandezza di alcune cisterne, basta pensare che una delle molte esistenti nell’area del tempio a Gerusalemme aveva una capacità di 75.000–110.000 ettolitri circa; era profonda oltre 12 m, aveva una circonferenza di 213 m, ed era alimentata mediante un acquedotto dalle piscine di Salomone.
Ecclesiaste 12:6 menziona “la ruota dell’acqua per la cisterna”, ma di solito si attingeva l’acqua calando nella cisterna una giara appesa a una fune. Il fatto che a volte le giare si rompevano spiega la presenza di frammenti di ceramica in fondo a gran parte delle cisterne. L’abitudine primitiva di gettare terra nelle cisterne in cui c’era acqua stagnante o inquinata per far depositare la feccia è una delle ragioni per cui molte cisterne sono parzialmente piene di terriccio. Un coperchio sull’imboccatura poteva evitare che l’acqua fosse contaminata, e impediva che vi cadessero dentro persone o animali, anche se un corpo morto caduto dentro per caso non rendeva l’acqua cerimonialmente impura; chi lo ripescava però era impuro. (Eso. 21:33; Lev. 11:35, 36) Inoltre il coperchio sulla cisterna contribuiva a tener fresca l’acqua e riduceva l’evaporazione. (Ger. 6:7) Alcune cisterne grandi avevano diverse aperture da cui attingere l’acqua. Nelle cisterne di grandi dimensioni e profondità, delle scale scendevano all’interno per una trentina di metri o più.
ALTRI USI
In qualche caso le cisterne servivano per scopi diversi da quello di serbatoi d’acqua. In luoghi asciutti, e se sigillate contro l’umidità, topi e insetti, erano ottimi granai, facili da proteggere contro i furti; alcune cisterne in terreno privo di fonti naturali d’acqua erano state evidentemente costruite proprio come granai. Cisterne vuote a volte erano usate come prigioni. — Zacc. 9:11.