Badiamo scrupolosamente a come camminiamo
“Badate dunque scrupolosamente che il modo in cui camminate non sia da stolti ma da persone sagge, riscattando per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi”. — Efes. 5:15, 16.
OVUNQUE viviamo sulla terra, per il nostro bene dobbiamo oggi badare scrupolosamente a come camminiamo, cioè a come ci comportiamo. Un importantissimo fatto dovrebbe essere determinante per noi che ‘badiamo scrupolosamente a come camminiamo’. Questo fatto è che il regno di Dio governa, che ha governato per questi ultimi quarantacinque anni dal 1914. Perché questo è così importante? Perché il principale scopo di quel regno celeste è di far sì che la volontà di Dio sia compiuta, come in cielo, anche sulla terra. (Matt. 6:9, 10) L’attuale vecchio mondo malvagio sta rapidamente appressandosi alla fine nella maggiore tribolazione di tutta la storia, perché questo mondo non è mai stato in armonia con la volontà di Dio, ma ne è stato il maggior oppositore. Il regno di Dio farà osservare la Sua volontà. Il suo regno introdurrà un ordine nuovo formato di “nuovi cieli e nuova terra”, dove l’espressa volontà di Dio sarà la legge vigente. (2 Piet. 3:13) In nessun luogo alcuno di noi potrà sfuggire a questo meraviglioso mutamento. Perciò la sapienza ci detta di sottometterci di tutto cuore al regno di Dio per non finire insieme a questo vecchio mondo. Fedeltà al regno significa essere ora in completa armonia con la volontà di Dio. La sua giusta volontà per noi in questo tempo di perplessità mondiale è indicata nella sua Parola scritta, la Sacra Bibbia.
2 Se consideriamo la condizione morale e religiosa del mondo e le relazioni fra nazioni e fra individui, siamo costretti ad ammettere che questi sono giorni malvagi. Quindi il consiglio dato dall’apostolo Paolo ai cristiani del suo tempo è ancora più opportuno per noi oggi: “Badate dunque scrupolosamente che il modo in cui camminate non sia da stolti ma da persone sagge, riscattando per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi. Perciò cessate di essere irragionevoli, ma continuate a discernere qual è la volontà di Geova. E non vi ubriacate di vino, nel quale vi è dissolutezza [e per cui un cristiano può essere disassociato dalla congregazione di Dio], ma continuate ad essere pieni di spirito”. — Efes. 5:15-18; 2 Cor. 5:9-13.
3 Oggi in tutta la terra più di mezzo milione di persone hanno fatto una completa rinuncia o dedicazione di sé a Geova Dio mediante Gesù Cristo, ed hanno pubblicamente simboleggiato tale dedicazione con l’immersione in acqua, proprio come Gesù stesso fu battezzato. (Matt. 3:13-17; 28:18-20) Nel passato, prima di aver fatto una dedicazione a Dio, tutti abbiamo camminato in un certo modo. Abbiamo camminato “secondo il sistema di cose di questo mondo, secondo il governante dell’autorità dell’aria, lo spirito [Satana il Diavolo] che ora opera nei figli di disubbidienza”. Abbiamo continuato “a camminare come camminano le nazioni nella vanità delle loro menti, mentre sono mentalmente nelle tenebre, e alienate dalla vita che appartiene a Dio a causa dell’ignoranza che è in loro, a causa dell’insensibilità dei loro cuori. Essendo andati oltre ogni senso morale, essi si abbandonarono a condotta dissoluta per commettere impurità d’ogni sorta con avidità”. (Efes. 2:2; 4:17-19) Ma noi dedicati dovremmo aver smesso di camminare in quel modo. Con la nostra dedicazione a Dio abbiamo espresso la volontà di comportarci secondo la volontà di Dio, per poter quindi ‘camminare con Dio’. (Gen. 5:22-24; 6:9) A causa della malvagità dei tempi, per noi la cosa più saggia ed urgente è di badare scrupolosamente a come camminiamo. È tempo che ci chiediamo: Siamo tornati a camminare con questo mondo, o ci siamo avvicinati di più a Dio? Per rispondere a questa domanda dobbiamo capire quale sia la volontà di Dio. Questo richiede da parte nostra studio della scritta Parola di Dio.
4 Nella sua Parola scritta si trova questa breve definizione della sua volontà: “Questo è ciò che Dio vuole, la vostra santificazione, che vi asteniate dalla fornicazione; che ciascuno di voi sappia possedere il proprio vaso in santificazione e onore, non in bramoso appetito sessuale come anche fanno le nazioni che non conoscono Dio; . . . Dio ci chiamò, non per permettere impurità, ma rispetto alla santificazione”. (1 Tess. 4:3-5, 7) Il “proprio vaso” è il proprio corpo; e quando compiamo la dedicazione di noi stessi a Geova Dio, dedichiamo quindi i nostri vasi, i nostri corpi, a Dio mediante la giustizia di suo Figlio, Gesù Cristo. Geova non è un dio della sessualità, come Priapo, falso dio della mitologia greca e romana, né è adorato con alcun genere di orge sessuali, come il falso dio Baal di Peor. — Num. 25:1-13.
5 Noi dedicati cristiani siamo stati radunati e costituiti in un’organizzazione teocratica. È volontà di Dio che la sua organizzazione sia pura, santificata perché egli la usi in modo onorevole. Per noi, membri terreni dell’organizzazione teocratica, è un compito veramente arduo serbarla pura in mezzo a questo mondo ove predomina l’immoralità e la sessualità e in questi tempi malvagi. Ma lo spirito di Dio è con noi, per aiutarci, per santificarci secondo i propositi di Dio.
6 Senza dubbio ogni dedicato è personalmente responsabile di collaborare nel serbare l’organizzazione pura e santificata per l’uso di Geova. Tuttavia, speciale responsabilità grava su coloro che sono stati nominati sorveglianti nell’organizzazione. Specialmente dalla primavera dell’anno 1919 stiamo vivendo nei “tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità”. (Atti 3:21) Diciannove secoli fa, nei primi giorni della congregazione cristiana, durante la vita dei dodici apostoli dell’Agnello Gesù Cristo, Geova aveva suscitato fedeli sorveglianti per dichiarare i suoi giudizi ed emanare i suoi consigli. Quei fedeli sorveglianti morirono, dopo di che si ebbe una grande “apostasia” dalla fede apostolica. Quindi riguardo ai “tempi della restaurazione”, Geova fece questa promessa: “Ristabilirò i tuoi giudici com’erano anticamente, e i tuoi consiglieri com’erano al principio. Dopo questo, sarai chiamata ‘la città della giustizia’, ‘la città fedele’”. (Isa. 1:26, VR) Mediante i coscienziosi sorveglianti che ha incaricati oggi sotto Gesù Cristo, nominato Giudice e mirabile Consigliere, Geova ha adempiuto la restaurazione promessa, serbando la sua organizzazione pura, giusta e fedele. — Atti 17:31; Isa. 9:6.
7 I sorveglianti nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova hanno oggi una considerevole responsabilità. Essi sono posti come “esempi per il gregge”. Oltre alla loro influenza come giusti esempi, hanno anche considerevole autorità nell’organizzazione della congregazione locale, nel territorio della circoscrizione, del distretto o della filiale o nella zona in cui servono. Come sorveglianti si occupano delle vite, delle “anime” dedicate a Geova Dio, infatti “vegliano sulle anime vostre come chi ne renderà conto”. (1 Piet. 5:3; Ebr. 13:17) Il modo in cui renderanno conto delle anime dedicate determinerà il giudizio di Dio sui sorveglianti. Più di chiunque altro i sorveglianti hanno bisogno di badare scrupolosamente a come si comportano in quanto al loro incarico di responsabilità.
ESEMPI DEL GIUSTO COMPORTAMENTO
8 Il grande potere che sorveglianti moralmente e spiritualmente forti hanno nel serbare l’organizzazione fedele e giusta è illustrato da Giosuè, successore di Mosè, e dagli anziani d’Israele suoi collaboratori. Della buona influenza che questi ebbero leggiamo: “Avendo Giosuè rimandato il popolo, i figli d’Israele andarono ciascuno ad occupare il suo territorio. Essi servirono al Signore [Geova] per tutti i giorni di Giosuè e degli anziani che vissero lungo tempo dopo di lui, ed avevan conosciute tutte le opere fatte dal Signore in favor d’Israele”.
9 Gli anziani d’Israele vigili, ben informati e fedeli servirono come un baluardo teocratico contro l’infiltrarsi del paganesimo nella congregazione nazionale di Geova. Questo risulta chiaramente da quanto accadde alla congregazione d’Israele dopo la morte di quei sorveglianti teocratici. La nuova generazione, che non aveva conosciuto Geova né le opere che aveva compiute a favore d’Israele, non ebbe l’utile esempio, né il consiglio, né la vigile cura di quei sorveglianti. La narrazione biblica dice: “I figli d’Israele fecero il male nel cospetto del Signore, e servirono ai Baalim, e abbandonarono il Signore Dio dei loro padri, che li aveva tratti fuori dall’Egitto, andaron dietro a dèi stranieri, agli dèi dei popoli che abitavano intorno a loro e li adorarono. Essi provocarono ad ira il Signore”. Dopo che Geova ebbe suscitato devoti giudici e questi ebbero liberato gli Israeliti dai pagani oppressori, essi dimenticarono subito ciò che i giudici in qualità di servitori di Geova, avevano fatto per loro: “Il Signore suscitò dei giudici . . . ma invece di ascoltarli, seguitarono a fornicare con dèi stranieri e ad adorarli, deviando subito dalla strada tracciata dai loro padri, ed anche dopo aver sentiti gli ordini del Signore, fecero tutto il contrario”. — Giud. 2:6-8, 10-12, 16, 17, Ti.
10 Come i fedeli giudici e gli altri sorveglianti dell’antico Israele, i dodici apostoli di Gesù Cristo furono un baluardo. Avendo autorità nella congregazione, gli apostoli, finché vissero, agirono da forza restrittiva contro l’“apostasia” della congregazione e contro il rivelarsi dell’“uomo dell’illegalità”, “il figlio di distruzione”. — 2 Tess. 2:2-12.
11 Dopo la morte dei dodici apostoli e degli altri fedeli sorveglianti, l’“apostasia” dalla pura fede e pratica cristiana procedette rapidamente e la classe dell’“uomo dell’illegalità” assunse il controllo dell’organizzazione religiosa. Oggi noi siamo stati liberati da questa “apostasia” religiosa e dal dominio della classe dell’“uomo dell’illegalità” nella cristianità. Siamo stati organizzati in modo teocratico nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. Invisibile fra noi vi è il più grande Giosuè, Gesù Cristo, per guidarci nel nuovo ordine formato di “nuovi cieli e nuova terra”. Vi è con noi anche la classe dello “schiavo fedele e discreto”, a cui il più grande Giosuè ha affidato tutti i suoi beni terreni nel 1919.
12 Il più grande Giosuè e la classe degli unti formano una barriera insormontabile contro ogni intrusione dello spirito d’apostasia e dell’“uomo dell’illegalità” nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. (2 Piet. 3:13; Isa. 65:17; Matt. 24:45-47) Nondimeno ogni cristiano dedicato deve prestare ascolto al solenne avvertimento dell’apostolo Paolo e badare scrupolosamente a come cammina. Benché questo mondo e il suo dio e governante, Satana il Diavolo, non possano più far prigioniera l’intera congregazione dei testimoni di Geova, il mondo e il suo dio Satana cercano sempre di contaminare l’organizzazione e di asservire il maggior numero possibile dei suoi membri. Gli antichi Israeliti, anche mentre il profeta Mosè era fra loro, furono un esempio ammonitore di come individui entro l’organizzazione possono esser trascinati alla distruzione anche ora durante l’invisibile presenza di Cristo. In che modo?
13 Ciò avvenne poco dopo che Geova Dio ebbe miracolosamente dichiarato i Dieci Comandamenti dalla vetta del monte Sinai in Arabia. Mentre Mosè era ancora fra loro, ma in cima al monte Sinai e fuori della loro vista per quaranta giorni, gli Israeliti fecero il vitello d’oro e l’adorarono con clamorosa condotta sfrenata. Ora il primo, il secondo e il settimo dei Dieci Comandamenti che gli Israeliti avevano accettato di osservare dichiaravano: “Io sono Geova tuo Dio, che ti ho tratto dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non devi avere altri dèi nel mio cospetto. Non devi farti nessuna immagine scolpita né rappresentazione di alcuna cosa che è lassù nei cieli, o quaggiù sulla terra, o nelle acque sotto la terra. Non devi inchinarti ad esse né essere indotto a servirle, perché io, Geova, tuo Dio, sono un Dio che esigo esclusiva devozione. . . . Non devi commettere adulterio”. (Eso. 20:2-5, 14) Ma molti Israeliti, vedendo che Mosè, loro sorvegliante nazionale, non stava osservandoli, persero ogni ritegno. Sì, durante i quaranta giorni dell’assenza di Mosè, molti Israeliti avevano già dimenticato i Dieci Comandamenti e si erano dati sfrenatamente all’idolatria e ad orge sessuali. — Eso. 32:1-35.
14 Quarant’anni dopo erano nella pianura di Moab dove soltanto il Giordano li separava da Canaan, e stavano per veder realizzato il miracoloso adempimento della promessa di Geova di condurli nella Terra Promessa. Eppure migliaia di Israeliti della nuova generazione rivolsero lo sguardo altrove verso le pagane figlie di Moab. Nella brama di avere relazioni immorali con loro, per l’egoismo del proprio cuore quegli Israeliti furono disposti ad unirsi alle donne che li avevano sedotti, serve del Diavolo, nell’adorazione del falso Dio, Baal di Peor. Il capitano Israelita Zimri fu così impudente da portare una donna madianita, Cozbi, nel santo accampamento d’Israele e nella propria tenda. Solo lo zelo del sacerdote Fineas, che giustiziò Zimri e Cozbi, fece cessare la piaga che aveva colpito ventiquattromila Israeliti contaminati. (Num. 25:1-9) Mosè era ancora vivo a quel tempo e si trovava nell’accampamento, eppure gli Israeliti vinti dalla passione non se ne curarono. Dimenticarono la santità alla quale erano stati chiamati. Dimenticarono i giusti comandi di Geova e cedettero alla passione sfrenata nelle relazioni immorali con le donne pagane, anche se questo significava adorare un falso dio, Baal di Peor, ed incitare a gelosia il vero Dio, Geova.
15 L’apostolo cristiano Paolo riferì quegli storici casi di allontanamento dalla santità come esempi ammonitori per noi, dicendo: “Ora queste cose sono divenute i nostri esempi, perché non siamo persone desiderose di cose dannose, com’essi le desiderarono. Né diventate idolatri, come fecero alcuni di loro; com’è scritto: ‘Il popolo sedette per mangiare e bere, e si alzò per gozzovigliare clamorosamente’. Né pratichiamo la fornicazione, come alcuni di loro commisero fornicazione, solo per cadere, ventitremila di loro in un giorno”. (1 Cor. 10:6-8) Se un dedicato servitore di Geova, come lo era tutta la nazione d’Israele, lascia che il suo cuore sia volto al male, cercherà quindi di soddisfare il desiderio del suo cuore in qualsiasi circostanza, appena se ne presenti l’opportunità. L’esempio ammonitore di quegli Israeliti annientati lo dimostra.
16 Anche oggi, per quanto prossimi siamo alla realizzazione delle nostre speranze del Regno, alcuni dedicati allentano la loro vigilanza riguardo alla propria condotta scritturale. Per la soddisfazione delle loro passioni carnali sono così audaci da arrischiare di abbandonarsi all’impurità di questo mondo. Non s’arrestano rammentando che questo non solo può provocare la loro distruzione ma anche recare biasimo su Geova e disprezzo sulla sua organizzazione visibile. Poiché al momento non si trovano sotto il diretto controllo né sotto gli occhi del sorvegliante della congregazione, non badano scrupolosamente a come camminano o a come si comportano. Non si ricordano che Geova Dio e i suoi santi angeli stanno ad osservare, e non possono evitare che il loro peccato li smascheri e li raggiunga. — Num. 32:23.
17 Dobbiamo camminare sempre non solo alla presenza di uomini, dei nostri sorveglianti terreni, ma come alla presenza di Dio, poiché i suoi occhi sono dappertutto, osservando i buoni e i cattivi. (Prov. 15:3) “Poiché il vero Dio porterà ogni sorta di opera nel giudizio relativo a ogni cosa nascosta, sia buona che cattiva”. (Eccl. 12:14) Dobbiamo tenere una condotta costruttiva, una condotta determinata, come quella del salmista che disse: “Io ho posto Geova dinanzi a me costantemente. Poiché egli è alla mia destra non mi lascerò smuovere”. (Sal. 16:8) Essendo positivi in questo senso, dovremo sempre cercare di onorare Geova e di piacergli in ciò che diciamo o facciamo, anche se non siamo direttamente sorvegliati da fratelli spiritualmente anziani, dal servitore di congregazione o sorvegliante.
18 Non saremo mai troppo vicini all’ordine nuovo di “nuovi cieli e nuova terra” che seguirà ad Armaghedon, né saremo stati da abbastanza tempo nella verità della Bibbia, avendo superato un numero sufficiente di tentazioni, tanto da poter allentare la nostra vigilanza senza pericolo di cadere. Riferendosi a quegli Israeliti che furono salvati dall’Egitto ma che perirono nel deserto, alcuni persino nel quarantesimo ed ultimo anno, Paolo osservò: “Ora queste cose accaddero loro come esempi e furono scritte per ammonizione a noi sui quali è giunta la fine compiuta dei sistemi di cose. Di conseguenza, chi pensa di avere una salda posizione guardi di non cadere. Nessuna tentazione vi ha colti se non ciò che è comune agli uomini” e nella quale uomini sono caduti. (1 Cor. 10:11-13) Dal più giovane al più vecchio nella verità, dal semplice membro della congregazione al servitore della congregazione o sorvegliante, tutti noi non dovremmo mai fidarci di noi stessi ma dovremmo badare scrupolosamente a come camminiamo, per non cadere disastrosamente. Che disgrazia sarebbe essere disassociati dalla congregazione di Geova e subire eterna distruzione! — 1 Cor. 5:9-13.
MINISTRI ROVINATI DA CONDOTTA IMMORALE
19 La necessità di costante, devota vigilanza è messa in risalto da informazioni avute dal reparto che si occupa del servizio nella sede della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati a Brooklyn. Queste riguardano i membri dedicati e battezzati che appartengono alle migliaia di congregazioni degli Stati Uniti dell’America Settentrionale. Per i cinque anni dal marzo 1952 all’aprile 1957, ci fu ogni anno una media di 500 disassociati per flagranti misfatti che non possono essere tollerati nella congregazione di Geova. Tuttavia, dall’aprile 1957 all’aprile 1958, in un anno il numero salì improvvisamente dalla media annua di 500, a 1.334 colpevoli, ossia oltre due volte e mezzo di più. Non vogliamo attenuare l’impressione di questa informazione allarmante dicendo che questo può essere in parte dovuto al fatto che almeno 18.537 persone nuove si unirono alle congregazioni americane nelle attività di testimonianza in quei dodici mesi. Il numero dei nuovi è meno di un dodicesimo dei 226.797 che hanno proclamato la buona notizia del Regno nell’aprile 1958, di cui circa il 65 per cento sono proclamatori dedicati e battezzati. Quindi che cosa sono 1.334 colpevoli di fronte a 147.000 membri dedicati e battezzati? Meno dell’1 per cento.
20 Anche se 1.334 è meno dell’1 per cento, quest’improvviso aumento rivela senz’altro che un numero di persone due volte maggiore di quello degli anni precedenti non è stato vigilante e non ha agito saggiamente nei giorni malvagi del 1957-1958. Con 3.718 o più congregazioni attive negli Stati Uniti dell’America Settentrionale, circa una congregazione su tre può esser stata colpita dalle 1.334 disassociazioni. Quindi il fatto che il numero di congregazioni colpite e delle disassociazioni sia raddoppiato nel 1957-1958 è un terribile ammonimento che ci induce a stare attenti di non cadere anche noi.
21 La società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova deve continuare a praticare una forma d’adorazione pura e incontaminata. Il discepolo cristiano Giacomo ce la descrive chiaramente: “La forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre è questa: aver cura degli orfani e delle vedove nella loro tribolazione, e mantenersi senza macchia dal mondo. Adultere, non sapete che l’amicizia col mondo è inimicizia con Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. (Giac. 1:27; 4:4) È un’idea sbagliata pensare di mantenersi senza macchia da questo mondo non prendendo parte alla politica ed essendo neutrale riguardo ai suoi conflitti, e in tal modo non essere amico del mondo e non essere spiritualmente adultero, ma allo stesso tempo commettere veramente adulterio e fornicazione fisica, peccando così contro il proprio corpo.
22 Similmente è un’idea sbagliata che finché si adempie il comando profetico di Matteo 24:14 e si dedica molto tempo a testimoniare nel campo di servizio, si può indulgere nell’immoralità fisica con persone dell’altro sesso. Ricordate che il profeta Balaam servì come portavoce di Geova per pronunciare una benedizione profetica sulla nazione d’Israele, ma in seguito fu ucciso per aver cercato di promuovere l’adorazione del sesso e l’immoralità in Israele, alla fine dei quarant’anni passati nel deserto. — Num. 23:4 fino a 24:25; 25:1-3; 31:1-8, 15, 16; Apoc. 2:14.
23 Senza dubbio la personale testimonianza al regno di Dio è un requisito per avere la vita eterna, ma è richiesta ugualmente anche la moralità cristiana. Paolo esclamò: “Realmente, guai a me se non dichiarassi la buona notizia!” ma dopo alcune frasi aggiunse: “Percuoto il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato ad altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato. . . . Né pratichiamo la fornicazione, come alcuni di loro [degli Israeliti] commisero fornicazione, solo per cadere, ventitremila di loro in un giorno”. — 1 Cor. 9:16, 27; 10:8.
24 Nessuno s’inganni: Commettere adulterio o fornicazione significa farsi amico del mondo. Significa quindi commettere anche adulterio o fornicazione spirituale. Certo non significa farsi amici di Dio o della sua congregazione, ma imitare questo mondo, prendendolo per modello. È indicazione che si ha lo spirito di questo mondo e prova di amore per questo mondo malvagio, “perché tutto ciò che è nel mondo, il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei beni della vita, non ha origine dal Padre [Geova Dio], ma ha origine dal mondo”. (1 Giov. 2:16) Quindi l’immoralità dimostra che il fornicatore fa parte del mondo ed è fuori luogo nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova.
25 Geova eliminò 23.000 fornicatori dalla sua congregazione, non in un anno, ma in un giorno. I fornicatori devono essere disassociati dalla congregazione. Egli annientò, nella battaglia presso Silo, i due sacerdoti, Ofni e Fineas, figli del Sommo Sacerdote Eli, perché avevano empiamente commesso adulterio con le donne che servivano all’ingresso della tenda dell’adunanza, recando biasimo su Geova Dio. — 1 Sam. 2:12, 22-25; 3:13, 14; 4:4-11, 17.
26 Vi sono altri peccati oltre alla fornicazione per i quali è necessaria la disassociazione. Paolo scrisse alla congregazione: “Vi scrivo di cessar di mischiarvi con chi si chiama fratello ed è fornicatore, o avido, o idolatra, od oltraggiatore, o ubriacone, o ricattatore e di non mangiare neppure con tale uomo. . . . Togliete il malvagio di mezzo a voi”. (1 Cor. 5:11, 13) Se qualcuno ha commesso un peccato che merita la disassociazione ma si rende conto della gravità del proprio errore e di quanto sia dispiaciuto a Dio, quale dovrebbe essere la condizione del suo cuore? Dovrebbe essere afflitto; dovrebbe essere dolorosamente afflitto e pentirsi. Dovrebbe confessare il suo peccato non solo a Dio, che già lo conosce per averlo osservato, ma anche alla visibile organizzazione di Dio mediante i suoi servitori locali nominati in modo teocratico. È il momento critico di cercare riconciliazione con Dio e col suo popolo per mezzo di Cristo, invocando perdono. In armonia a ciò, il consiglio delle Scritture è: “C’è qualcuno [spiritualmente] infermo fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso di sè, e preghino essi su lui, sfregandolo con olio nel nome di Geova. E la preghiera della fede renderà la salute all’indisposto, e Geova lo ridesterà. E se anche ha commesso peccati, gli sarà perdonato. Confessate dunque apertamente i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, onde siate guariti”. (Giac. 5:14-16) Se si umilia e confessa la sua necessità spirituale il peccatore potrà riconciliarsi con Dio. Questo lo aiuta a badare scrupolosamente a come camminerà d’ora in poi dinanzi a Dio.
[Domande per lo studio]
1. Che cosa dobbiamo fare oggi per il nostro bene, e perché ciò che riguarda il regno di Dio dovrebbe essere determinante per noi?
2. Come possiamo descrivere questi giorni, e quale consiglio di Paolo è quindi opportuno per noi oggi?
3. (a) Prima di esserci dedicati a Dio, come abbiamo camminato? (b) Dopo la nostra dedicazione, come dovremmo camminare, e che cosa dobbiamo domandarci personalmente in merito?
4. Secondo 1 Tessalonicesi 4:3-5, 7, qual è la volontà di Dio, e quindi come si distingue Geova da Priapo e da Baal di Peor?
5. Quale difficile compito hanno i membri dell’organizzazione di Dio secondo la Sua volontà per essa, ma come sono aiutati?
6. A questo riguardo, su chi grava una speciale responsabilità, e per mezzo loro quale promessa di restaurazione Dio ha adempiuta?
7. Dovendo rendere conto di che cosa i sorveglianti devono badare scrupolosamente a come si comportano essi stessi?
8, 9. (a) Come fu illustrato il potere dei buoni sorveglianti nell’organizzazione dall’esempio di Giosuè e dei suoi collaboratori? (b) Come fu messo in risalto questo fatto da quanto accadde ad Israele dopo la morte di quei sorveglianti?
10. Come quei sorveglianti, contro che cosa gli apostoli di Cristo furono un baluardo ai loro tempi?
11, 12. (a) Che cosa si sviluppò nel mondo religioso dopo la morte degli apostoli, e quali fatti indicano se siamo stati liberati da ciò? (b) Nondimeno, perché ciascuno deve badare scrupolosamente a come cammina?
13. Quale esempio ammonitore abbiamo negli Israeliti mentre Mosè era sul monte?
14. Quale altro esempio ammonitore abbiamo dagli Israeliti che erano accampati nella pianura di Moab?
15. In che modo un apostolo riferì tali casi come esempi ammonitori per noi, e quale fatto è dimostrato dall’esempio ammonitore degli Israeliti?
16. Per quanto prossimi alla realizzazione delle nostre speranze, che cosa fanno alcuni dedicati e che cosa non rammentano nel far ciò?
17. Alla presenza di chi dovremmo sempre camminare, e a tal fine quale condotta costruttiva, determinata dovremmo tenere?
18. Perché non dovremmo mai aver troppa fiducia nella nostra salda posizione, e contro quale calamità dovremmo stare in guardia?
19. La necessità di vigilanza è messa in risalto da quale aumento della percentuale di colpevoli nelle congregazioni dell’America Settentrionale?
20. Benché sia meno dell’1 per cento, quale grave ammonimento è quindi dato a tutti noi?
21. Come si potrebbe applicare erroneamente Giacomo 4:4 alla pratica di un’adorazione pura, incontaminata, e peccare?
22. Come si può partecipare all’adempimento di Matteo 24:14 eppure cadere nel peccato di Balaam?
23. Come indicò Paolo che la moralità cristiana è indispensabile come la predicazione?
24. Commettendo immoralità fisica, di chi si diventa amici, e quindi di quale altro genere di immoralità si tratta?
25. Con quali due azioni drastiche Geova illustrò come si deve agire con i membri della congregazione che commettono immoralità?
26. (a) Che cosa dice Paolo indicando per quali altri peccati è necessaria la disassociazione? (b) Quale dovrebbe essere la condizione del cuore e il comportamento di chi si rende conto del proprio errore?