Lealtà nel tempo della fine
“Poiché vi basta il tempo passato nel fare la volontà delle nazioni quando compivate opere di condotta dissoluta, concupiscenze, eccessi col vino, gozzoviglie, sbevazzamenti e illegali idolatrie”. — 1 Piet. 4:3.
1. Perché in questo tempo sembra che la malizia del genere umano divenga sempre peggiore?
DALLA prima guerra mondiale siamo stati in un periodo assai insolito della storia umana, un periodo che è stato contrassegnato da violenze, grandi spargimenti di sangue e diffusa degenerazione morale senza precedenti. Riguardo a un periodo simile di migliaia d’anni fa, il racconto storico della Bibbia dice: “Di conseguenza Geova vide che la malvagità dell’uomo era abbondante sulla terra e che ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo male in ogni tempo”. (Gen. 6:5) “Non si avvidero di niente” in quanto alla volontà di Dio per il genere umano. Questo descrisse la condizione che esisteva ai giorni prima del grande diluvio del tempo di Noè. Gesù Cristo disse che condizioni simili sarebbero esistite negli ultimi giorni dell’attuale sistema di dominio umano. (Matt. 24:37-39) Dal 1914 E.V. siamo vissuti in tali “ultimi giorni”.
2, 3. Quale cattiva influenza sentono i cristiani, e perché le devono resistere?
2 Col genere umano che sprofonda di continuo a livelli morali sempre più bassi, cresce sui veri cristiani la pressione affinché considerino le azioni immorali come accettevoli. Il pensiero della cosiddetta “nuova morale” permea le persone mondane che ci circondano e riempie la letteratura e i trattenimenti di tali persone. Questo esercita su tutti i cristiani una cattiva influenza. Ci vuole da parte loro una decisa resistenza. Alcuni possono anche aver partecipato alla vita immorale prima di divenire veri cristiani. Ma ora che hanno rivestito la nuova personalità che si conforma alle alte norme morali della Parola di Dio, è passato il tempo di vivere a somiglianza delle nazioni. Ritornarvi sarebbe come un cane che torna al suo vomito. — 2 Piet. 2:22.
3 Che divengano veri cristiani, comunque, non significa che non provino più i desideri della carne decaduta. Essi li provano, e tali desideri sono per loro un punto debole. A meno che non facciano di continuo una difesa morale della padronanza di sé, possono divenire vulnerabili all’attacco contro questo punto debole. Satana, il dio di questo corrotto mondo del genere umano, opera su questo punto debole per mezzo della corruttrice influenza del suo mondo. Egli segue oggi le stesse tattiche che fece seguire ai Moabiti e ai Madianiti quando cercarono di corrompere gli Israeliti nel quindicesimo secolo avanti la nostra Èra Volgare e di volgere in tal modo Geova Dio contro di loro. Così oggi Satana cerca di irretire i cristiani per mezzo della concupiscenza della carne, onde violino le leggi di Dio e in tal modo rechino su di sé l’avverso giudizio di Dio. — 1 Piet. 5:8.
4. Che cosa può accadere quando un cristiano lascia soffermare la propria mente su desideri errati?
4 Quando un cristiano prova piacere in pubblicazioni moralmente corrotte e in altre forme di divertimento prodotte dal sistema di cose del Diavolo, non si lascia egli esposto e senza protezione? Coltivando desideri errati, non sarà indotto a soccombere a essi col passar del tempo e così a peccare agli occhi di Dio? (Giac. 1:14, 15) Continuando a seguire tale corso, subirà la certa distruzione per mano di Dio come la subirono i 24.000 Israeliti che furono uccisi nelle pianure di Moab. Satana avrà riportato su di loro la vittoria in quanto li avrà fatti divenire sleali verso il loro Dio e Re. — Num. 25:1-9.
LEALTÀ IN TUTTE LE COSE
5, 6. (a) Che cosa comprende la lealtà verso Dio? (b) Che cosa disse Gesù che il cristiano deve cercare oltre al Regno? Come?
5 Un cristiano può pensare d’esser leale a Geova Dio perché predica con zelo la buona notizia del Regno, ma la lealtà richiede più di ciò. I soldati israeliti che avevano combattuto valorosamente contro gli Amorrei pensarono pure d’esser leali verso Dio, ma molti non compresero che la lealtà doveva mostrarsi inoltre in tutta la propria condotta. Se un cristiano cede a desideri errati la sua predicazione intorno al regno di Dio non significa nulla. Egli mostra in effetti d’essere sleale verso il regno di Dio, violandone il codice morale. La sua condotta non cristiana reca biasimo sul nome del suo Dio e Re. — 2 Piet. 2:2.
6 Il cristiano deve manifestare la propria lealtà verso Dio e verso il Regno con tutto il suo modo di vivere, anche in quelle che potrebbero essere considerate cose di poco conto. Dev’essere rimarchevolmente diverso dal corrotto modo di vivere del mondo, nonostante che ciò possa dar motivo a conoscenti e parenti mondani di parlare oltraggiosamente di lui. (1 Piet. 4:3, 4) Notate come Gesù rese chiaro ciò che deve accompagnare il proprio interesse per il regno di Dio. “Continuate dunque a cercare prima il regno”, egli disse. Ma poi aggiunse “e la sua giustizia”. (Matt. 6:33) Così, per sostenere lealmente il regno di Dio, il cristiano deve vivere conforme alla giustizia di Dio la quale è espressa nelle leggi e nei consigli divinamente scritti nella Bibbia. Vivendo in questo modo, egli deve manifestare vero cristianesimo.
7. (a) Siccome i veri cristiani hanno una relazione personale con Geova, che cosa devono specialmente amare? (b) Perché il cristiano è colpevole di slealtà quando abbandona ciò che è giusto?
7 Come gli Israeliti ai giorni di Mosè, i veri cristiani hanno una relazione personale con Geova Dio. Ciò richiede che amino ciò che è puro e giusto, come lo ama Dio. Il suo principale nemico, Satana il Diavolo, ama ciò che è corrotto e ingiusto, e così questo mondo del genere umano disubbidiente produce i frutti corrotti e ingiusti del suo dio e governante malvagio. (Giov. 8:44; 2 Cor. 4:4) Che un cristiano abbandoni ciò è giusto cedendo a desideri errati significa che segue slealmente un altro dio, il dio malvagio di questo mondo. Ne produce i cattivi frutti. Egli sarebbe come gli infedeli Israeliti che furono irretiti da desideri errati quando parteciparono alla festa dei Moabiti e dei Madianiti e vennero coinvolti nell’adorazione di Baal. Quando cerchiamo la giustizia di Geova, ci sforziamo di mantenere la massima purezza di pensiero e condotta. Prestiamo ascolto all’ammonizione scritturale: “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, per provare a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. — Rom. 12:2.
8. C’è qualche parte della nostra vita che possa chiamarsi privata agli occhi di Geova? Spiegate con esempi.
8 Il nome di Geova è sui veri cristiani che danno testimonianza al suo regno. Questo nome rappresenta tutto ciò che è retto e puro nell’universo. Lo scettro del suo regno, che il suo Figlio brandisce, “è lo scettro di rettitudine”. (Ebr. 1:8) Non dovrebbero i sudditi che sono leali a quel regno e al suo supremo Re, Geova Dio, riflettere tale giustizia in ogni aspetto della loro vita? Non richiede questo la lealtà? Essi portano in ogni tempo il nome di Geova, e se si crede di poter praticare qualche cosa di male o perfino di sconveniente in privato, si biasima tale nome. In realtà non c’è nessuna parte della nostra vita che possa chiamarsi “privata” per ciò che riguarda Geova. Se facciamo ciò che è male in segreto, è segreto solo per altri uomini. Geova l’ha visto. Non vide egli ciò che gli sleali Israeliti fecero nelle tende dei Moabiti e dei Madianiti? Non vide ciò che gli sleali anziani d’Israele fecero secoli più tardi nelle stanze private del cortile interno del tempio di Geova in Gerusalemme? Non li vide compiervi adorazione idolatrica? Tale slealtà verso Dio non può esser nascosta. Essi si ingannavano quando dicevano: “Geova non ci vede. Geova ha lasciato il paese”. (Ezec. 8:9-12) Nessun vero cristiano vorrà fare l’errore di adottare questo falso ragionamento come han fatto gli odierni pseudo-cristiani che asseriscono che Dio sia morto.
9, 10. (a) Spiegate come i desideri carnali possono mettere in difficoltà il cristiano. (b) Come vi è qui implicata la lealtà?
9 Il cristiano comincia a mettersi in difficoltà quando smette di mantenere una forte difesa. Invece di star lontano dalle situazioni che irretiscono in modo da suscitare errati desideri carnali, egli può cercar di camminare vicino all’orlo il più possibile. Sebbene la sua coscienza gli indichi che il desiderio non è giusto, può soffermarvisi, e più a lungo ci scherza più il desiderio errato diviene forte. A somiglianza degli Israeliti sleali, non resiste al desiderio errato di “cose dannose”. (1 Cor. 10:6) Tale situazione può crearsi quando due persone di sesso opposto che non sono sposate cominciano in privato a stimolarsi l’un l’altro sessualmente, mettendo l’uno le mani sulle parti intime dell’altro. Questa è una forma d’impurità morale e non si addice al cristiano, il cui modo di vivere dovrebbe riflettere la giustizia di Geova.
10 Possiamo in tali cose esser guidati da ciò che è accettevole per il mondo in genere? No, poiché il mondo non ci provvede norme sane. Esso riflette non la giustizia di Geova Dio, ma l’ingiustizia dell’“iddio di questo sistema di cose”, l’avversario di Geova. (2 Cor. 4:4) Invece di farci cullare da un senso di noncuranza, o perfino ingannandoci, dovremmo onestamente riconoscere che quando si eccita la passione sessuale questa può suscitare un irresistibile impulso a soddisfare tale passione con l’unione sessuale. Questo è un fatto della vita. Tale soddisfazione è normale e consentita per le persone che sono coniugate secondo la disposizione matrimoniale. Ma se persone non sposate soddisfano tale passione con tale unione commettono una grave violazione della legge divina; effettivamente, da parte del cristiano è una slealtà verso Dio. Non dovrebbe dunque la lealtà guardarci dal rischiare tale violazione, facendoci evitare azioni che susciterebbero pericolosamente il desiderio sessuale?
11. (a) Come argomentano alcuni per giustificare l’amore passionale, e perché l’argomento è sbagliato? (b) In che modo la condotta impura, pur non implicando l’effettiva unione sessuale, può giungere al punto d’essere “fornicazione” (por·neiʹa)?
11 Nella pratica moderna degli “appuntamenti”, molte coppie fanno all’amore in modo da suscitare forti sentimenti passionali. Tuttavia alcuni possono argomentare che questo non sia sbagliato finché non ci sia l’effettiva unione degli organi sessuali, giacché secondo la loro comprensione, questo è esattamente ciò che la Bibbia proibisce alle persone non sposate. Tale modo di ragionare è sia errato che pericoloso. I cristiani sono esortati a presentare le loro membra non più “quali schiavi dell’impurità e dell’illegalità” ma “quali schiavi di giustizia in vista della santità”. (Rom. 6:19) Anche se facendo all’amore in maniera passionale non giunsero fino al punto di commettere “fornicazione” (greco, por·neiʹa) nel senso biblico della parola, ciò potrebbe ancora costituire un’“impurità” (greco, a·ka·thar·siʹa), una specie di condotta indecente, impura. L’“impurità” è elencata dopo la “fornicazione” nell’elenco dell’apostolo circa le opere della carne decaduta, ed egli avverte che quelli che impenitentemente “praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. (Gal. 5:19, 21) Non solo, ma le azioni impure potrebbero divenire continuamente di natura più grave o giungere fino al punto d’essere giustamente classificate come “fornicazione” (por·neiʹa). Ciò avviene perché questa parola si riferisce scritturalmente non solo all’unione sessuale fra persone non sposate, ma ad ogni specie di grave immoralità o condotta dissoluta come potrebbe trovarsene nei luoghi di prostituzione.
12. (a) Il fatto d’esser fidanzati dà alla coppia il diritto di fare all’amore appassionatamente? (b) Quale situazione le persone non sposate dovrebbero evitare, e perché?
12 È naturale che due persone che hanno convenuto di sposarsi esprimano affetto l’uno verso l’altro. Ma questo non significa che possano giustamente abbandonarsi a intimità che sono giustamente riservate alle persone sposate. Non essendo libere d’avere effettivamente unione sessuale finché non si sposino, non dovrebbero dedicarsi al tipo di intimo ‘gioco d’amore’ che, nel matrimonio, è preliminare ai rapporti sessuali. Far questo significherebbe da parte loro commettere un’impurità, mostrare mancanza di rispetto per la disposizione di Dio, esser privi di lealtà verso le sue sante norme. Quindi, in ogni espressione di affetto, la loro lealtà dovrebbe indurle a esercitare cura e dovuta restrizione. Non solo dovrebbero non offendere in pubblico l’usanza locale rischiando di far inciampare le persone, ma anche quando sono da sole non dovrebbero compiere azioni che le farebbero vergognare se all’improvviso comparisse un’altra persona. Non è forse vero che la presenza di altri è spesso per noi una buona protezione contro le nostre debolezze e i nostri desideri carnali? L’oscurità e la segretezza, d’altra parte, abbassano le nostre difese e possono indebolire le nostre risoluzioni. (Si paragonino Proverbi 9:16-18; Giovanni 3:20, 21; Efesini 5:7-13). Nonostante che siano fidanzati, non è saggio che le coppie cristiane evitino di mettere in pericolo il rispetto che hanno di sé e il rispetto che hanno l’uno per l’altro evitando situazioni che condurrebbero alla condotta impura? Possono evitare queste cose non isolandosi da altri fino al punto di non sentire più la salutare restrizione di sapere che qualcuno potrebbe facilmente entrare nella stanza o nel luogo dove si trovano. Per certo quelli che non sono fidanzati fanno bene a esercitare una restrizione anche maggiore, preferendo stare l’uno in compagnia dell’altra nell’aperta associazione con altri, non nell’isolata intimità.
AZIONE DELLA CONGREGAZIONE
13, 14. Quale azione della congregazione cristiana è parallela a quella compiuta dai fedeli anziani d’Israele rispetto a coloro che erano stati sleali verso Dio, e perché quest’azione è necessaria per quelli che praticano la condotta immorale?
13 Quando gli Israeliti ebbero ceduto ai desideri carnali nella festa dei Moabiti e dei Madianiti e si furono dedicati all’adorazione del sesso, l’azione contro di loro fu compiuta da Dio e dai rappresentanti della congregazione d’Israele. Quei componenti rappresentativi uccisero personalmente forse fino a mille Israeliti sleali. (Num. 25:3-5) Un parallelo di ciò può trovarsi nella congregazione cristiana odierna. Mentre essa non è autorizzata da Dio a giustiziare i componenti sleali che praticano peccati vari, è autorizzata a compiere contro di loro l’azione di disassociarli dalla congregazione se sono impenitenti. (1 Cor. 5:11-13) Questo è necessario per mantenere pura la congregazione. Se non facesse questo, come potrebbe giustamente asserire di appartenere a Geova e a Gesù Cristo, che sono giusti? Essa è obbligata a sostenere le giuste leggi di Dio.
14 Poiché tutta la grave immoralità a cui si fa riferimento col termine por·neiʹa è condotta dissoluta che può impedire a una persona di ereditare il regno di Dio, la congregazione cristiana giustamente disassocia gli individui che la praticano e non manifestano sincero pentimento. In maniera simile si agisce con quelli che persistono in qualsiasi forma di “impurità”. L’impurità è comunque un termine ampio che abbraccia un largo raggio di gradi, come anche fisicamente ci si può sporcare solo un po’ o si può essere particolarmente sporchi, così pure per l’impurità morale. Quando si determina perciò il grado di impurità, la motivazione, le circostanze e le cose che hanno condotto all’impurità devono tutte essere ponderate per determinare la gravità della condotta. La preoccupazione della congregazione cristiana di mantenerne la purezza non è dunque irragionevole, ma conforme ai fatti, e non affretta né dilaziona l’azione della disassociazione dove la richiede una grave pratica senza pentimento. Questo è concorde con quanto è scritto in II Timoteo 2:19, che, fra l’altro, dice: “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci all’ingiustizia”. L’azione giudiziaria compiuta dagli anziani della congregazione protegge la congregazione e la sua reputazione dalle macchie o dalla sordidezza dell’impurità. Provvede inoltre a tutti nella congregazione un salutare avvertimento di ciò che può derivare a chi coltiva desideri moralmente errati.
15. Come una persona può essere perdonata per le cattive azioni compiute?
15 Naturalmente, se una persona manifesta di cuore rammarico per un peccato che ha commesso e cerca perdono, può essere perdonata. Dio manifesta la volontà di perdonare tale persona, e la congregazione cristiana agisce in armonia con il perdono di Dio. (1 Giov. 1:9) La persona può essere ripresa in pubblico per la sua cattiva condotta, o può essere a causa d’essa ripresa in privato dal comitato giudiziario. (1 Tim. 5:20) Anche chi debba essere disassociato può ottenere il perdono se in seguito darà prova d’essersi veramente pentito e d’aver cambiato la sua cattiva condotta. La situazione non è dunque necessariamente disperata per chi pecca. — Ezec. 33:11.
EVITATE GLI ATTI DI SLEALTÀ!
16, 17. Su che cosa dobbiamo mantenere una forte difesa? Spiegate come possiamo far questo.
16 È importante riconoscere che noi uomini abbiamo desideri carnali che ci rendono vulnerabili. Abbiamo perciò bisogno di mantenere una forte difesa e di riconoscere le situazioni che possono minare la nostra difesa. Avendo riconosciuto che la carne è debole, l’apostolo Paolo osservò: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. (1 Cor. 9:27) Ciò significa che dobbiamo costantemente lottare per mantenere le nostre passioni sensuali sotto controllo. Non possiamo rallentare lo sforzo d’esercitare padronanza di noi stessi. Se leggiamo pubblicazioni sensuali che riflettono il pensiero corrotto di individui mondani, saremo noi aiutati a mantenere una forte difesa o non ne saremo piuttosto indeboliti? Per certo non saremo fortificati se permettiamo che la nostra mente si soffermi sui desideri errati, non è vero? Invece, ci renderemo ancor più vulnerabili. Sarebbe meglio seguire il consiglio di Filippesi 4:8, che dice: “Infine, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose di seria considerazione, tutte le cose giuste, tutte le cose caste, tutte le cose amabili, tutte le cose delle quali si parla bene, se vi è qualche virtù e qualche cosa degna di lode, continuate a considerare queste cose”. Non dice di pensare alle cose che sono ingiuste e alle cose che accendono desideri impuri. Quando la nostra mente è volta alle cose che son giuste, è probabile che compiamo azioni le quali sono ingiuste?
17 Dobbiamo riconoscere che il Diavolo tenta di irretirci per farci compiere ciò che è male agli occhi di Dio e, se glielo consentiamo, ci condurrà senz’altro fino al punto di farci gettare a capofitto in azioni immorali. Se ci lasciamo trascinare e tentiamo di razionalizzare su ciò che facciamo, non andiamo noi in cerca delle difficoltà che verranno di certo? Non sarebbe meglio resistere in principio all’allettamento? Non si sarebbero trovati meglio gli Israeliti che si coinvolsero nell’adorazione di Baal, se avessero resistito fin dai primi allettamenti posti loro dinanzi dai Moabiti e dai Madianiti?
18. (a) Quale significato la Bibbia dà a ‘toccare una donna’, e perché? (b) Come questo fatto dovrebbe influire sul punto di vista delle persone non sposate?
18 Considerate il caso di Eva. Ella sapeva che non doveva nemmeno toccare il frutto proibito nel giardino di Eden, perché toccarlo significava fare il primo passo che l’avrebbe condotta a mangiarlo. (Gen. 3:3) Che non le fosse permesso di mangiare il frutto di questo unico albero non significava che ella fosse in difficoltà, giacché c’erano molti altri frutti che le era permesso di mangiare. Il fatto che lo toccò manifestò che aveva un errato desiderio di ciò che Dio aveva proibito. Tenendo presente questo, possiamo riflessivamente considerare il consiglio di I Corinti 7:1: “È bene per l’uomo non toccar donna”. Nelle Scritture Ebraiche, ‘toccare’ è usato a volte per rappresentare il contatto sessuale. (Si paragonino Proverbi 6:29; Genesi 20:6, 7). Questo avviene probabilmente perché la catena degli avvenimenti che conducono all’unione sessuale comincia col toccare la persona di sesso opposto in modo appassionato. Gesù avvertì che non si doveva neanche “guardare una donna in modo da provar passione per lei”, dicendo che chi faceva ciò aveva “già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. (Matt. 5:28) Risulta, dunque, che ‘toccare una donna’ potrebbe significare qualsiasi contatto corporeo con una persona di sesso opposto in una maniera che sorge da tale passione illecita o che la eccita. Chi non può controllare la propria passione ed è incline a ‘toccare’ quelli di sesso opposto in maniera passionale o impura, allora, come l’apostolo Paolo continua a dichiarare, è meglio che si sposi. (1 Cor. 7:2, 9) Frattanto, per i cristiani che non si sono ancora sposati la condotta saggia è quella d’evitar di “guardare” o ‘toccare’ con tale passione da essere facilmente indotti a compiere gravi trasgressioni. Quindi, avranno la soddisfacente gioia di una coscienza pura dinanzi a Dio e agli uomini.
19. Perché dovremmo cercar di riflettere nella nostra vita la giustizia di Geova?
19 Abbiamo imparato ad amare Geova Dio a causa della sua giustizia, delle sue buone leggi e della sua amorevole benignità o amore leale. Ci rallegriamo alla prospettiva che l’intera terra verrà sotto la norma del suo regno senza interferenza da parte di governi ingiusti. Sappiamo che questo significherà un dominio giusto e retto per il genere umano, con permanente pace e sicurezza. Non dovrebbe chiunque è felice d’essere vicino a questo giusto Governante dell’universo come parte della sua organizzazione terrestre cercare con tutta la sua forza di riflettere nella propria vita la giustizia di Dio vivendo secondo le Sue leggi? Questo mostrerebbe per certo lealtà verso di lui, non vi pare?
20. In che modo mostrando lealtà si imita l’esempio di Gesù Cristo?
20 Una persona mostra il proprio cristianesimo non solo dando una dimostrazione pubblica del fatto che si è dedicata a Geova Dio essendo battezzata in acqua, ma anche manifestando una personalità simile a quella di Cristo. Ciò richiede una nuova personalità che sia “creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà”. (Efes. 4:24) Gesù Cristo si comportò in ogni tempo in armonia con le giuste leggi di Dio. Quelle leggi erano nel suo cuore, ed esse motivarono i desideri del suo cuore perché fosse in armonia con la volontà di Dio. (Giov. 5:30) Queste stesse giuste leggi dovrebbero essere nel nostro cuore e motivare i nostri desideri.
BENEFICI DERIVANTI DALL’ESSERE LEALI
21, 22. Quali sono alcuni dei benefici che derivano dall’esser leali a Geova, e come questi possono essere considerati in paragone con i piaceri carnali?
21 Il piacere che ora si può provare appagando errati desideri carnali è solo momentaneo. Ma i benefici che derivano dall’esser leali a Geova possono essere eterni. Perché rinunciare a tali benefici eterni per fuggevoli momenti di piacere? Mosè preferì essere “maltrattato col popolo di Dio piuttosto che avere il temporaneo godimento del peccato”, perché i benefici che derivano dall’essere un leale servitore di Geova sono assai più grandi. (Ebr. 11:25) Un beneficio molto rimarchevole che oggi possiamo pregustare è quello di far parte della “grande folla” dei leali adoratori di Geova che saranno preservati attraverso la “grande tribolazione” avvenire la quale porterà il presente sistema di cose a una fine disastrosa. — Dan. 2:44; Riv. 7:9, 14.
22 Un altro notevole beneficio è quello di vivere indefinitamente nella nuova èra che sarà introdotta dal regno di Dio. Non vi è assai più utile vivere in pace e sicurezza sotto giusti governanti che non provare alcuni fuggevoli momenti di piacere illecito? Non ha la vita stessa un valore più grande di tali piaceri? La slealtà verso Geova può significare la morte eterna, ma la lealtà verso di lui può significare esattamente l’opposto, la vita eterna. “Inoltre, questa è la promessa che egli stesso ci fece, la vita eterna”. (1 Giov. 2:25) Questi e molti altri notevoli benefici son concessi ai leali.
23. Qual è dunque oggi la condotta saggia da seguire?
23 Dopo essere giunti alla medesima soglia della nuova èra, sarebbe tragico per un cristiano non entrarvi per aver coltivato errati desideri carnali divenendo sleale verso il vero Dio. Quanto è più saggio mantenere una coscienza pura, seguendo in questo tempo della fine il retto sentiero della lealtà verso Dio! — Sal. 37:28, 29.
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I cristiani non sposati che si preparano al matrimonio possono salvaguardarsi dalla condotta impura, evitando di trascorrere il tempo insieme in isolata intimità