Il servizio a tempo pieno: la carriera della mia vita
NARRATO DA MAX LARSON
NEL 1910 mia madre, cui erano morti entrambi i genitori, partì dalla Danimarca imbarcandosi per gli Stati Uniti. Aveva solo 18 anni, non parlava l’inglese e non conosceva nessuno in quel paese.
Arrivata a New York, salì su un treno diretto nel Dakota del Sud, un viaggio di oltre 2.400 chilometri. Nel Dakota del Sud, dove c’era un insediamento danese, incontrò l’uomo che sarebbe divenuto mio padre. Si sposarono il 20 settembre 1911.
Nei primi mesi del 1913 papà partì da solo su un carro coperto e andò nel Montana, dove assegnavano appezzamenti di terreno ai coloni. Lì costruì una casa di tronchi, che consisteva di una sola stanza. Quando, in estate, la casa fu completata, mia madre lo raggiunse in treno, insieme a mio fratello Norman, che aveva solo qualche mese.
Due anni dopo era in arrivo un secondo bambino. Talvolta dico per scherzo di aver “aiutato” mamma a fissare le assicelle del tetto di casa, poiché questo è ciò che mia madre faceva il giorno prima che io nascessi. Il giorno dopo, il 29 aprile 1915, quando papà tornò a casa dai campi per pranzo mamma gli disse: “Credo che il bambino stia per nascere”. Nacqui quel pomeriggio. Ma la sera, quando papà tornò a casa, mamma era in piedi e gli aveva preparato la cena!
Tre anni dopo, nella stessa casa, nacque mia sorella Jean. L’anno seguente la mia famiglia si trasferì nel Montana orientale, dove papà affittò una fattoria. Nel 1921 nacque Laverna, la mia seconda sorella, e noi quattro figli crescemmo nelle pianure del Montana.
Gli anni formativi
I miei genitori erano luterani, e ogni domenica tutti e sei andavamo in chiesa. Ben presto, però, una vicina che apparteneva agli Studenti Biblici Internazionali, come si chiamavano a quel tempo i testimoni di Geova, cominciò a far visita a mamma e a studiare la Bibbia con lei. Dopo un paio d’anni mamma accettò le verità bibliche che imparava, e nel 1925 si battezzò in un abbeveratoio per cavalli. Né papà né noi bambini accettammo la nuova fede, ma fummo tutti contenti di non frequentare più la chiesa luterana. Mamma ci diceva sempre: “Anche se non volete servire Geova, non disubbidite mai alle sue leggi”. Questo consiglio ci ha aiutato a tenerci lontano dai guai.
La nostra famiglia di sei persone coltivava 320 ettari di terreno e possedeva 14 cavalli e un trattore. Non c’era elettricità o acqua corrente, e dovevamo attingere tutta l’acqua a un pozzo a quattro chilometri di distanza. All’inizio degli anni ’30 ci fu una siccità e per quattro anni non ci fu alcun raccolto, per cui decidemmo di trasferirci nello stato di Washington. In vista del trasloco, dovevamo trasportare attrezzi agricoli e masserizie dal Montana allo stato di Washington. Perciò ebbi il compito di accompagnare il vagone ferroviario accertandomi che i nostri cavalli avessero foraggio e acqua lungo il percorso. Dopo sei giorni, arrivai finalmente sulla costa occidentale dello stato di Washington.
Lì aiutai papà ad avviare e gestire una fattoria in cui producevamo latticini. Dopo un annetto, quando avevo vent’anni, me ne andai per conto mio: feci il camionista trasportando tronchi sui monti e lavorai anche sei mesi in Alaska come macchinista su una nave. Nel 1938 mia sorella Jean ed io lavoravamo a Seattle e vivevamo in una casa galleggiante sul Lake Union. Quell’estate mamma, che viveva a un’ottantina di chilometri di distanza, assistette all’assemblea annuale dei testimoni di Geova a Seattle. Visto che il luogo dell’assemblea era molto vicino alla nostra casa galleggiante, la invitammo a stare da noi. Lei accettò, e noi acconsentimmo ad andare all’assemblea.
Decido la mia carriera
Sabato pomeriggio Joseph F. Rutherford, l’allora presidente della Watch Tower Bible and Tract Society, parlò sul tema “Amanti della giustizia”. Il suo discorso trattava il ministero a tempo pieno, o servizio di pioniere. In seguito Bill Griffith, che sedeva accanto a me, mi disse: “Max, ci siamo. Andiamo a fare i pionieri!”
“OK”, risposi. “Andiamo”.
“Ma, stai scherzando?”, chiese Bill.
“No”, risposi. “Dopo aver sentito questo discorso sono convinto che è la cosa giusta da fare”.
“Ma non sei neanche un proclamatore. Non sei battezzato”.
“È vero, ma hanno appena annunciato che domani ci sarà un battesimo. Mi battezzerò domani”.
Così, pieni di entusiasmo, ci rivolgemmo al Reparto servizio di campo per ottenere la domanda di pioniere. Lì incontrammo il fratello Van Amburgh, segretario-tesoriere della Società. Quando gli spiegammo cosa volevamo, ci prese in disparte e ci parlò come un padre. “Non prendetela come se fosse un esperimento o un’avventura”, disse. “State facendo la cosa giusta, ma consideratela la carriera della vostra vita”. Quel consiglio mi è sempre stato di enorme aiuto. Così inoltrammo la nostra domanda e il giorno dopo, il 5 giugno 1938, mi battezzai.
Il primo incarico come pioniere
Il giorno dopo, lunedì, informai il mio datore di lavoro che mi licenziavo per divenire ministro. Passai quella prima settimana studiando con cura l’ultimo libro della Società, il libro Nemici, e frequentai tutte le adunanze. La seconda settimana studiai il penultimo libro, Ricchezza. E la terza settimana ricevetti la nomina come pioniere: ero assegnato a Raymond, nello stato di Washington.
Lì Bill ed io trovammo un gruppo di 27 persone che tenevano le adunanze in casa di un Testimone. Le istruzioni che avevamo erano di condurre tutte le adunanze e di aiutare i proclamatori addestrandoli a tenere studi biblici, un’opera nuova a quel tempo.
Alla prima adunanza di servizio, il giovedì, chiesi al servitore di gruppo, come si chiamava all’epoca il sorvegliante che presiede, di venire con me la sera successiva per tentare di iniziare uno studio biblico. Disse che aveva da fare, per cui Bill ed io uscimmo da soli. Al ritorno, dovemmo fermarci a un incrocio per far passare una parata della Legione Americana (un’associazione di combattenti e reduci). Con nostro stupore, in testa alla parata c’era il servitore di gruppo.
Quella prima domenica iniziai con un uomo il mio primo studio biblico a domicilio. Poi condussi il mio primo studio Torre di Guardia di congregazione. Ebbene, si trattava proprio dell’edizione del 1º giugno 1938, che introduceva nelle congregazioni l’ordinamento teocratico. Dei 27 membri, solo tre accettarono la nuova disposizione teocratica.
Una famiglia di pionieri
Poco dopo che avevo iniziato a fare il pioniere, anche le mie sorelle e mio fratello Norman intrapresero il ministero a tempo pieno. Norman e sua moglie vendettero la loro fattoria, acquistarono una roulotte di 4 metri e se ne andarono a predicare con la loro bambina di tre anni, Joan. Tra parentesi, quando nel 1941 predicarono a Raymond, Norman mi scrisse che i 24 che non avevano accettato la disposizione teocratica se n’erano andati e si erano uniti a un gruppo apostata. Tuttavia, nel frattempo il mio primo studio biblico era diventato il servitore di gruppo!
La figlia di Norman, Joan, e suo marito Maurice O’Callaghan visitano le congregazioni nell’opera di circoscrizione già da 24 anni. La mia sorella più giovane, Laverna, frequentò nel 1949 la 12ª classe della Scuola missionaria di Galaad e fu assegnata in Italia. A causa del successo che stava avendo l’opera missionaria, fu espulsa dal paese e dovette andare in Svizzera, dove vive tuttora con suo marito.
Il desiderio di accrescere il servizio
Dopo aver servito come pioniere regolare per due mesi, fui nominato pioniere speciale. A Bill e me si unì a quel tempo Warren Henschel, fratello maggiore di Milton Henschel. Milton è ora membro del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova.
Una sera del primo mese in cui facevo il pioniere speciale mi fermai a far visita ad Albert Hoffman. Albert era il sorvegliante regionale, o viaggiante, e abitava con sua moglie, Zola, in una roulotte di fronte alla Sala del Regno. Erano gli anni della Depressione, e spesso barattavamo la letteratura con il cibo. Quel giorno avevo ottenuto, con un baratto, una grande cesta di pere, perciò andai dal fratello Hoffman e gli chiesi se ne voleva un po’. Ne fu molto contento e mi invitò ad entrare.
Erano circa le nove di sera quando cominciò a parlarmi della Casa Biblica (ora chiamata Betel), la sede mondiale dei testimoni di Geova a Brooklyn (New York). A un certo punto sua moglie disse: “Ma sapete che ora è? Sono le quattro e mezzo!” Avevamo parlato per tutta la notte! Prima di andare a dormire nella soffitta della Sala del Regno scrissi una lettera chiedendo la domanda per il servizio alla Betel, e uscii immediatamente a spedire la mia richiesta.
Ogni giorno pregavo Geova al riguardo, e dopo tre mesi ebbi la gioia di ricevere una lettera con cui venivo invitato alla Betel di Brooklyn. Preparandomi per il viaggio lasciai la mia automobile a mia sorella Jean, che nel frattempo era diventata anch’essa pioniera speciale. Viaggiai in corriera per sei giorni e sei notti, attraversando due bufere di neve nel Montana e nel Dakota del Nord e del Sud, e infine, il 14 gennaio 1939, arrivai a New York.
Il servizio alla Betel
Fui accolto dal servitore della Betel, Grant Suiter, che mi mandò allo stabilimento dicendomi di presentarmi a Nathan Knorr, il servitore dello stabilimento. Il mio primo lavoro consisteva nel legare scatole di libri al Reparto spedizioni. La seconda settimana fui assegnato alla rotativa. Il fratello Knorr disse: “Se in sei mesi riesci a imparare a far funzionare questa rotativa potrai essere tu il macchinista, perché quello che c’è adesso sarà assegnato a una nuova rotativa”. Con mia grande soddisfazione imparai e divenni macchinista.
Un giorno, dopo un anno e mezzo che stavo alla rotativa, il fratello Knorr mi si avvicinò dicendo: “Max, ti piacerebbe lavorare in ufficio?”
“Oh, fratello Knorr, è l’ultimo lavoro che sceglierei. Ma se mi vien chiesto di farlo, ne farò il mio principale interesse”.
“Presentati nel mio ufficio lunedì mattina”, rispose.
Da allora sono sempre stato in ufficio. Dapprima lavorai come assistente del fratello Knorr, poi, quando l’8 gennaio 1942 morì il fratello Rutherford, il fratello Knorr divenne presidente e io fui nominato sorvegliante dello stabilimento. Avevo 26 anni e solo tre anni di esperienza alla Betel, perciò sentivo il peso della responsabilità.
Comunque, i sorveglianti unti dei vari reparti dello stabilimento mi aiutarono amorevolmente. La loro umiltà e disponibilità accrebbero enormemente l’amore e l’apprezzamento che provavo per loro. La mia principale fonte di aiuto e di addestramento fu il fratello Knorr. Per oltre 35 anni, fino alla sua morte avvenuta nel 1977, ebbi il privilegio di collaborare con lui nelle operazioni commerciali relative alle attività editoriali ed edilizie della Società. Egli aveva notevoli capacità manageriali, e mi aiutò molto ad assolvere il mio incarico.
Davanti a funzionari governativi
Durante la seconda guerra mondiale scarseggiavano molto le materie prime di cui avevamo bisogno per continuare la nostra opera editoriale. Pertanto, ogni anno facevo vari viaggi a Washington per incontrarmi con gli organismi governativi che soprintendevano alla produzione di beni in tempo di guerra e con comitati del Senato. Mi appellavo loro per avere carta e altri rifornimenti, e Geova benedisse grandemente tali sforzi.
Una volta feci la mia arringa mostrando varie pagine di quotidiani importanti che contenevano pubblicità di oggetti superflui. Indicando la pubblicità a tutta pagina di una pelliccia che compariva nel quotidiano principale di New York dissi: “La quantità di carta usata per questo annuncio in una sola edizione domenicale è pari a tutta la fornitura extra che vi chiediamo per l’intero anno”.
“Ottimo argomento”, rispose un senatore. Grazie alla benedizione di Geova su questi viaggi, durante la guerra non dovemmo mai fermare le macchine da stampa per mancanza di carta o di altre scorte. Ma, com’è ovvio, a quell’epoca non avevamo le enormi esigenze di carta che abbiamo oggi.
Si ingrandisce lo stabilimento
Dodici anni prima del mio arrivo alla Betel, la Società aveva costruito il suo primo stabilimento di otto piani al n. 117 di Adams Street, occupando mezzo isolato. Ma nel 1949 si rese necessario costruire una tipografia e un complesso di uffici di nove piani sull’altra metà di quell’isolato. Così occupammo l’intero isolato con un unico grande stabilimento dalla superficie utile di circa 15.000 metri quadrati.
Fu a quel tempo che fui incaricato di soprintendere ai progetti edilizi della Società, qui alla sede mondiale. A quell’epoca avevamo a Brooklyn un unico edificio che ospitava sia uffici che tipografia e un edificio residenziale. Ora invece, quarant’anni dopo, solo qui a Brooklyn possediamo più di dieci edifici adibiti a tipografia e a uffici e una ventina di edifici residenziali!
All’inizio degli anni ’50 tentammo di ottenere la proprietà che si trovava al di là della strada, a nord del nostro edificio situato al n. 117 di Adams Street, ma il proprietario non accettava la nostra offerta. Anzi, non era aperto ad alcuna trattativa, immaginando che la Società avrebbe pagato l’elevato prezzo che chiedeva. Per questo motivo indirizzammo la nostra attenzione all’isolato che si trovava ad est del nostro stabilimento di Adams Street, dall’altro lato di Pearl Street. L’area consisteva di otto diversi lotti di terreno: bisognò contrattare separatamente con ciascun proprietario, ma Geova fece sì che potessimo ottenere tutti e otto i terreni nel giro di un anno, a un prezzo medio di soli 97 dollari per metro quadrato!
Lì, nel 1955 e 1956, la Società costruì il suo stabilimento di 13 piani al n. 77 di Sands Street. Era il nostro secondo stabilimento, e grazie ad esso la superficie utile era più che raddoppiata, raggiungendo i 33.000 metri quadrati. Comunque, data la rapida crescita dell’organizzazione, ci rendevamo conto che ben presto avremmo avuto bisogno di altro spazio, perciò nel 1958 acquistammo lo stabilimento all’angolo fra Prospect Street e Pearl Street e cominciammo a utilizzarlo come deposito.
A questo punto l’unica altra zona collegabile agli altri nostri edifici per mezzo di ponti sopraelevati era quella a nord, che avevamo cercato di acquistare in precedenza. Ci rendevamo conto che qualora la Watchtower Society avesse tentato di comperarla probabilmente il proprietario avrebbe di nuovo tentato di imporre i suoi prezzi esorbitanti, perciò chiedemmo a un immobiliarista di tentare di ottenerla. Il proprietario fissò un prezzo di vendita notevolmente inferiore alla cifra che avevamo offerto noi. Inutile dire che andò su tutte le furie quando venne a sapere che la proprietà passò poi alla Watchtower Society.
Negli anni 1966 e 1967 su questa proprietà costruimmo uno stabilimento di dieci piani con una superficie utile di 21.000 metri quadrati. Ora i nostri stabilimenti consistevano in quattro isolati di edifici, tutti collegati da ponti sopraelevati. In seguito, nel 1983 e nel 1986, acquistammo due stabilimenti confinanti a sud, che potemmo collegare con i nostri altri quattro tramite un ponte lungo 49 metri. Questi sei stabilimenti collegati fra loro hanno una superficie utile complessiva di 95.000 metri quadrati, nove ettari e mezzo. Nel 1983 acquistammo anche l’enorme edificio di Furman Street, a pochi isolati di distanza. Questo edificio che dà sul mare ha una superficie di 93.000 metri quadrati e ospita ora il Reparto spedizioni.
Più spazio per gli uffici
Un’altra esperienza interessante che ebbi nel campo immobiliare fu l’acquisto del complesso della Squibb Farmaceutici, che consisteva di dieci edifici collegati fra loro. Dopo il nostro acquisto, quattro di essi vennero demoliti e un nuovo edificio fu unito a uno preesistente per formare il n. 25 di Columbia Heights, l’attuale sede mondiale della Watch Tower Society. Ecco come si giunse all’acquisto.
Verso il 1969 avevamo bisogno di ulteriore spazio per i nostri stabilimenti. Ma la congiuntura economica era favorevole, per cui quando contattai tutti i proprietari della zona nessuno era interessato a vendere.
In questo periodo mi recai nella Carolina del Nord, alla cartiera da cui acquistiamo la carta per le Bibbie. Lì menzionai casualmente a uno degli impiegati il fatto che cercavamo degli immobili a Brooklyn. Per coincidenza, il fratello di quest’impiegato era un intimo amico di uno dei proprietari del complesso della Squibb. L’impiegato fece alcune telefonate e poi mi disse di mettermi in contatto con quest’uomo quando tornavo a Brooklyn.
Quando lo chiamai, egli confermò che la Squibb aveva in mente, al momento opportuno, di vendere i suoi possedimenti di Brooklyn e spostarsi fuori città. Disse che quando sarebbero stati pronti ci avrebbe chiamato per avviare le trattative. Dopo vari mesi arrivò la telefonata: erano pronti a vendere e dovevamo presentarci nel loro ufficio il giorno dopo.
Il fratello Knorr ed io ci consultammo e fissammo il prezzo che eravamo disposti a pagare. Il giorno dopo, all’appuntamento, ci dissero che volevano tre milioni di dollari in contanti e che il prezzo non era trattabile. Noi cercammo di mascherare la nostra sorpresa, poiché era molto meno di ciò che eravamo pronti a offrire. Inutile a dirsi, l’acquisto fu subito concluso. A quell’epoca avevamo appena finito di costruire il nuovo stabilimento da quattro milioni di dollari, ma quando il popolo del Signore seppe di queste ulteriori necessità finanziarie si reperirono subito i fondi.
Altri edifici residenziali
Negli anni ’50 acquistammo un terreno di fronte al n. 124 di Columbia Heights, e tra il 1959 e il 1960 costruimmo un vasto nuovo edificio residenziale. Ma dal 1965 è stato più difficile costruire edifici. In quell’anno le autorità dichiararono la zona della Betel area soggetta a vincoli di natura storica e paesistica. Questo ha comportato enormi restrizioni per quanto riguarda la costruzione e il restauro degli edifici. Comunque, con l’aiuto di Geova siamo sempre stati in grado di provvedere alle nostre necessità.
Nel 1967, ad esempio, chiedemmo il permesso di costruire un edificio residenziale di sei piani al n. 119 di Columbia Heights. A motivo dei vincoli paesistici avevamo già ridotto il numero dei piani da dodici a sei. Le autorità locali, comunque, cercavano ora di farci rinunciare perlomeno ad un altro piano.
In giugno mi misi in contatto con il presidente del distretto amministrativo di Brooklyn, il quale disse che se potevamo gettare le fondamenta prima della riunione di settembre del Board of Estimate, la principale commissione comunale, avrebbe tentato di mantenere il nostro edificio a sei piani. I lavori procedettero a ritmo serrato, e fummo in grado di gettare le fondamenta entro settembre.
Il presidente del distretto mi telefonò il giorno prima che il nostro caso venisse dibattuto. Ci chiese di presentarci in municipio due ore prima della seduta della commissione comunale per incontrarci con lui privatamente. Così il fratello Knorr, il fratello Suiter, nostro segretario-tesoriere, ed io ci presentammo in municipio il mattino seguente di buon’ora. Mentre ragionavamo su quale fosse il modo migliore di difendere il nostro caso di fronte alla commissione, venne a galla una questione tecnica che riguardava la commissione urbanistica. Si fece una telefonata per chiarire la faccenda. Immediatamente l’assessore all’urbanistica disse che sarebbe sceso e si sarebbe occupato del caso di persona. “Dato che incontrerete molta opposizione”, disse, “mi offrirò di rappresentare la Watchtower Society di fronte al Board of Estimate”.
Naturalmente fummo felicissimi della sua offerta. Ora, la prassi del Board of Estimate è di prendere in esame i vari casi all’ordine del giorno: se ci sono obiezioni da udire allora si rimanda la discussione del caso al pomeriggio, se invece non ci sono obiezioni si delibera immediatamente. Il nostro caso venne preso in esame al mattino presto, e l’assessore all’urbanistica si alzò in piedi e disse al sindaco: “Vorrei parlare a favore della Watchtower Society”.
“Lei sa che non è secondo la nostra prassi permettere il dibattito in prima udienza [normalmente i dibattiti sono rinviati al pomeriggio]”, rispose il sindaco. “Ma so che lei, assessore, è molto occupato, per cui farò un’eccezione e le concederò la parola”. L’assessore illustrò il nostro caso, e il Board of Estimate approvò all’unanimità la nostra richiesta. Mentre uscivamo dalla sala delle udienze, l’avvocato dell’opposizione entrò di corsa nella sala gridando: “Devo fare un’arringa di un’ora contro questo caso!” Ma era arrivato troppo tardi! Ci limitammo a passar oltre, ringraziando Geova per la vittoria.
Devo dire che è stato un privilegio molto gratificante rappresentare la Società nel corso degli anni in queste questioni commerciali. Ed è stata una grande gioia assistere all’enorme incremento dell’opera mondiale di predicazione che ha reso necessario l’acquisto di tutti questi edifici. Una cosa che mi aiutò molto nell’aver cura di queste questioni commerciali fu la mia nomina a vicepresidente della Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc., avvenuta il 1º gennaio 1977.
Felice nel servizio alla Betel
Da quando sono arrivato alla Betel nel 1939, la famiglia Betel è cresciuta da circa 185 membri a più di 2.800 membri a Brooklyn e oltre 900 ai Poderi Watchtower! Spesso mi chiedono: “Cosa ti ha aiutato a rimanere alla Betel questi cinquant’anni?” Invariabilmente rispondo: “Non ho mai pensato a nient’altro che al servizio alla Betel”.
Inoltre, la domanda per il servizio alla Betel che compilai e firmai chiedeva: “Accetti di stare alla Betel fino a che il Signore ti porterà via?” Egli non mi ha portato via, per cui sono ancora qui, felice di servire Geova. Dal giorno della mia dedicazione sono stato deciso a fare del servizio a tempo pieno la carriera della mia vita.
Nei primi anni che trascorsi alla Betel le disposizioni non permettevano il matrimonio, per cui, come molti altri, mi accontentai del celibato e del servizio alla Betel. In seguito, però, le disposizioni per la famiglia Betel cambiarono, permettendo il matrimonio, e il 7 aprile 1956 sposai Helen Lapshanski. Helen era venuta alla Betel nel 1951. Abbiamo apprezzato enormemente il sostegno reciproco derivante dalla nostra unione.
Poco dopo il nostro matrimonio Helen contrasse la sclerosi multipla, e negli ultimi anni la malattia si è andata aggravando. Ma con l’aiuto di un deambulatore e di una carrozzella azionata elettricamente è in grado di spostarsi bene. Helen non ha mai perso il buon umore e la gioia, e lavora ogni giorno in un ufficio della Betel.
Da giovani, mia sorella Jean ed io eravamo molto legati e facevamo molte cose insieme. Pertanto Jean è sempre stata decisa a seguirmi, e nel 1943 è stata invitata alla Betel. Nel 1952 sposò Russell Mock, ed entrambi prestano servizio qui al nostro fianco come membri della famiglia Betel.
Sono fermamente convinto che la Betel è il miglior posto al mondo prima che venga il Paradiso sulla terra. Non mi sono mai pentito neanche per un momento di aver fatto del servizio a tempo pieno la carriera della mia vita. Che gioia è stata assistere e partecipare alla grande crescita dell’organizzazione terrena di Geova! Con l’aiuto di Geova, sono deciso a continuare a fare della Betel la mia casa e a dedicarmi con tutta l’anima a promuovere gli interessi del Regno.
[Testo in evidenza a pagina 30]
“Sono fermamente convinto che la Betel è il miglior posto al mondo prima che venga il Paradiso sulla terra”
[Immagini alle pagine 24 e 25]
Sopra: L’edificio di Furman Street 360, acquistato nel 1983
Sotto: Gli stabili di Columbia Heights che acquistammo dalla Squibb Farmaceutici nel 1969
A sinistra: La mia principale fonte di aiuto e di addestramento fu il fratello Knorr
Sotto: Nel 1986 lo stabilimento consisteva di sei edifici collegati da ponti sopraelevati
[Immagine a pagina 27]
Lo stabilimento dopo l’ampliamento del 1949
[Immagine a pagina 30]
Il giorno del nostro matrimonio