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  • “Cos’è la verità?”

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  • “Cos’è la verità?”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
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  • Presa d’assalto la verità
  • La cultura del relativismo
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
w95 1/7 pp. 3-4

“Cos’è la verità?”

DIFFICILMENTE i due uomini avrebbero potuto essere più diversi. Uno era un politico cinico, ambizioso, ricco, disposto a tutto pur di fare carriera. L’altro era un insegnante che disdegnava ricchezza e prestigio e che era pronto a sacrificare la sua vita per salvare altri. Inutile a dirsi, i due non vedevano le cose allo stesso modo! Su una cosa in particolare non erano affatto d’accordo: la questione della verità.

I due uomini erano Ponzio Pilato e Gesù Cristo. Gesù era in piedi di fronte a Pilato come un criminale condannato. Perché? Gesù spiegò che la ragione di tutto ciò — anzi, la ragione stessa per cui era venuto sulla terra e aveva intrapreso il suo ministero — era solo una: la verità. “Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo”, disse, “per rendere testimonianza alla verità”. — Giovanni 18:37.

Pilato rispose con una domanda rimasta famosa: “Cos’è la verità?” (Giovanni 18:38) Voleva davvero una risposta? Probabilmente no. Gesù era in grado di rispondere a qualsiasi domanda sincera, ma non rispose a Pilato. E la Bibbia dice che dopo avergli fatto quella domanda Pilato uscì subito dalla sala delle udienze. Probabilmente il governatore romano aveva fatto la domanda con cinico scetticismo, come a dire: “Verità? Che cos’è? Non esiste!”a

Lo scetticismo di Pilato non risulta strano oggi. Molti credono che la verità sia relativa, che ciò che è vero per uno può non essere vero per un altro, per cui entrambi potrebbero ‘avere ragione’. Questo concetto è così diffuso che esiste una parola apposita per esprimerlo: “relativismo”. È questo ciò che pensate della verità? Se sì, è possibile che abbiate adottato questa opinione senza averla analizzata bene? Anche se non l’avete adottata, sapete quanto influisce questa filosofia sulla vostra vita?

Presa d’assalto la verità

Pilato non fu il primo a mettere in dubbio l’idea di una verità assoluta. Alcuni filosofi greci avevano dedicato la vita a insegnare questi dubbi! Cinque secoli prima di Pilato, Parmenide, ritenuto il padre della metafisica europea, sosteneva che la vera conoscenza era irraggiungibile. Democrito, definito da alcuni “il più grande dei filosofi antichi”, asseriva: “La verità è sepolta profondamente . . . Non sappiamo nulla di certo”.b Socrate, forse il più riverito di tutti i filosofi, disse che l’unica cosa che veramente sapeva era di non sapere nulla.

Questo assalto contro l’idea che si possa conoscere la verità è proseguito fino ai nostri giorni. Per esempio, alcuni filosofi dicono che siccome la conoscenza ci giunge attraverso i sensi, i quali possono trarre in inganno, nessuna conoscenza può essere dimostrata vera mediante verifica. Cartesio, filosofo e matematico francese, decise di sottoporre al vaglio tutte le cose che era certo di conoscere. Le scartò tutte salvo una verità che giudicò indubitabile: “Cogito ergo sum”, “Penso, dunque sono”.

La cultura del relativismo

Il relativismo non è prerogativa dei filosofi. Viene insegnato da capi religiosi, inculcato nelle scuole e diffuso dai mezzi d’informazione. Alcuni anni fa il vescovo episcopaliano John S. Spong disse: “Dobbiamo . . . abbandonare l’idea che noi abbiamo la verità e che gli altri devono accettare il nostro punto di vista, e dobbiamo ammettere che la verità ultima è inconoscibile”. Il relativismo di Spong, come quello di moltissimi ecclesiastici moderni, è pronto ad abbandonare gli insegnamenti morali della Bibbia in favore della filosofia dell’“ognuno faccia quello che gli pare”. Per esempio, nel tentativo di aiutare gli omosessuali a sentirsi più “a loro agio” nella Chiesa Episcopale, Spong scrisse un libro in cui asseriva che l’apostolo Paolo era omosessuale!

In molti paesi sembra che le scuole promuovano un analogo modo di pensare. Allan Bloom scrisse: “C’è una cosa di cui un professore può essere assolutamente certo: quasi ogni studente che si iscrive all’università crede, o afferma di credere, che la verità è relativa”. (The Closing of the American Mind) Bloom riscontrò che se metteva in discussione la convinzione dei suoi studenti al riguardo, essi reagivano con stupore, “come se avesse messo in dubbio che due più due fa quattro”.

Questa mentalità viene diffusa in un’infinità di altri modi. Per esempio, spesso i cronisti televisivi e i giornalisti sembrano più interessati a intrattenere i telespettatori che a presentare la realtà dei fatti. In alcuni programmi si è arrivati al punto di manipolare o produrre ad arte dei filmati per rendere più sensazionali le notizie. E nel mondo dello spettacolo la verità viene aggredita in maniera ancora più violenta. I valori morali e le verità etiche su cui i nostri genitori e nonni impostavano la loro vita vengono generalmente considerati sorpassati e spesso messi in ridicolo.

Alcuni, è vero, potrebbero sostenere che il relativismo è in gran parte segno di apertura mentale e che quindi ha un effetto positivo sulla società umana. Ma è proprio così? E che dire del suo effetto su di voi? Credete che la verità sia relativa o che non esista? Se siete di questo avviso, la ricerca della verità può sembrarvi una perdita di tempo. Questo punto di vista influirà sul vostro futuro.

[Note in calce]

a Secondo l’erudito biblico Richard C. H. Lenski, “il tono [di Pilato] è tipico dell’indifferenza di un uomo di mondo che con la sua domanda intende dire che tutto ciò che viene presentato come verità religiosa non è altro che un’inutile speculazione”.

b W. Durant, Storia della civiltà, Parte II, La Grecia, trad. di R. Alterocca, Milano, 1956, pagina 448.

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