Perché cercare la verità?
MOLTE organizzazioni religiose affermano di essere depositarie della verità e invitano vivamente altri ad abbracciarla. Nell’insieme, però, presentano una sconcertante varietà di “verità”. È forse l’ennesima prova che ogni verità è relativa, che non esistono verità assolute? No.
In un suo libro il prof. Vincent R. Ruggiero si dice sorpreso che a volte anche le persone intelligenti sostengano che la verità è relativa. Egli fa questo ragionamento: “Se ognuno determina la propria verità, l’idea di uno non può essere migliore dell’idea di un altro. Sono tutte sullo stesso piano. E se tutte le idee sono uguali, a che serve fare ricerche in un dato campo? Perché scavare per trovare risposte nel campo dell’archeologia? Perché ricercare le cause della tensione in Medio Oriente? Perché cercare la cura del cancro? Perché esplorare la galassia? Queste attività hanno senso solo se alcune risposte sono migliori di altre, se la verità è qualcosa di separato e distinto dalle opinioni individuali”. — The Art of Thinking.
In effetti nessuno crede veramente che la verità non esista. Quando si tratta di realtà materiali, come nel campo della medicina, della matematica o della fisica, anche il più tenace dei relativisti crederà che certe cose sono vere. Chi di noi oserebbe salire su un aereo se non credesse che le leggi dell’aerodinamica sono verità assolute? Esistono verità verificabili; sono intorno a noi e ci fidiamo di esse anche quando è in gioco la vita.
Il prezzo del relativismo
È in campo morale, comunque, che gli errori del relativismo sono più evidenti, perché è in questo campo che tale modo di pensare ha fatto i danni maggiori. L’Encyclopedia Americana dice: “È stato seriamente messo in dubbio che la conoscenza, o verità conosciuta, possa essere raggiunta dall’uomo . . . È certo, comunque, che ogni volta che gli ideali strettamente correlati della verità e della conoscenza vengono respinti come utopistici o dannosi, la società umana va incontro al degrado”.
Forse avrete notato i segni di questo degrado. Per esempio, di rado ormai gli insegnamenti morali della Bibbia, la quale condanna chiaramente l’immoralità sessuale, sono considerati verità. Prevale l’etica del momento: “Decidi da te ciò che è giusto”. Può qualcuno asserire che questa mentalità relativistica non abbia portato al degrado della società? Di sicuro l’epidemia mondiale di malattie trasmesse per via sessuale, di famiglie divise e di gravidanze fra adolescenti parla da sé.
Cos’è la verità?
Abbandoniamo dunque le torbide acque del relativismo e analizziamo in breve quelle che la Bibbia descrive come pure acque di verità. (Giovanni 4:14; Rivelazione [Apocalisse] 22:17) Nella Bibbia “verità” non è affatto un concetto astratto, intangibile, come quello su cui dibattono i filosofi.
Quando Gesù disse che lo scopo di tutta la sua vita era quello di dichiarare la verità, si riferiva a qualcosa che gli ebrei fedeli avevano tenuto in alta stima per secoli. Per molto tempo, nei loro scritti sacri, gli ebrei avevano letto in merito a una “verità” concreta, non teorica. Nella Bibbia “verità” traduce il termine ebraico “ʼemèth”, che significa ciò che è saldo, solido e, quel che forse più conta, degno di fiducia.
Gli ebrei avevano valide ragioni per considerare la verità in questo modo. Chiamavano il loro Dio, Geova, “Dio di verità”. (Salmo 31:5) Questo perché tutto ciò che Geova diceva che avrebbe fatto, faceva. Quando faceva delle promesse, le manteneva. Quando ispirava delle profezie, si adempivano. Quando pronunciava giudizi definitivi, venivano eseguiti. Milioni di israeliti erano stati testimoni oculari di queste realtà. Gli ispirati scrittori della Bibbia le misero per iscritto come fatti storici indisputabili. A differenza di altri libri ritenuti sacri, la Bibbia non è imbevuta di miti o leggende. Affonda saldamente le radici in fatti verificabili: fatti storici, archeologici, scientifici, sociologici. Non sorprende che il salmista dicesse di Geova: “La tua legge è verità. . . . Tutti i tuoi comandamenti sono verità! . . . La sostanza della tua parola è verità”. — Salmo 119:142, 151, 160.
Gesù Cristo fece eco alle parole di questo salmo quando disse in preghiera a Geova: “La tua parola è verità”. (Giovanni 17:17) Gesù sapeva che qualunque cosa il Padre dicesse era assolutamente fondata e degna di fiducia. Similmente, Gesù era “pieno di . . . verità”. (Giovanni 1:14) I suoi seguaci impararono essendo testimoni oculari, e misero per iscritto a beneficio dei posteri, che tutto ciò che egli diceva era solido come la roccia: era la verità.a
Comunque, quando disse a Pilato che era venuto sulla terra per dichiarare la verità, Gesù aveva in mente una specifica verità. Gesù fece quell’affermazione in risposta alla domanda di Pilato: “Sei tu re?” (Giovanni 18:37) Il Regno di Dio, e il ruolo regale di Gesù stesso, furono il tema, il fulcro, dell’insegnamento di Gesù sulla terra. (Luca 4:43) La “verità” in cui tutti i veri cristiani sperano è che questo Regno santificherà il nome di Geova, rivendicherà la Sua sovranità e restituirà all’umanità fedele la vita eterna nella felicità. Dato che il ruolo di Gesù è fondamentale per l’adempimento di tutte le promesse di Dio e dato che tutte le profezie di Dio divengono “Amen”, cioè si avverano, grazie a lui, Gesù poté ben dire: “Io sono la via e la verità e la vita”. — Giovanni 14:6; 2 Corinti 1:20; Rivelazione 3:14.
Riconoscere che questa verità è assolutamente degna di fiducia vuol dire molto per i cristiani odierni. Vuol dire che la loro fede in Dio e nelle sue promesse si basa su fatti, su realtà.
La verità all’opera
Non sorprende che la Bibbia metta in relazione la verità con l’agire. (1 Samuele 12:24; 1 Giovanni 3:18) Per gli ebrei timorati di Dio la verità non era un argomento filosofico: era un modo di vivere. La parola ebraica per “verità” può anche significare “fedeltà”, ed era usata per descrivere una persona degna di fiducia. Gesù insegnò ai suoi seguaci a considerare la verità allo stesso modo. Denunciò energicamente l’ipocrisia dei farisei, il baratro che c’era fra la loro professione di giustizia e le loro opere ingiuste. E diede l’esempio vivendo in armonia con le verità che insegnava.
Lo stesso dovrebbero fare tutti i seguaci di Cristo. Per loro la verità della Parola di Dio, l’entusiasmante buona notizia del Regno di Dio retto da Gesù Cristo, non è semplicemente una serie di informazioni. Tale verità li spinge ad agire, li induce a vivere in armonia con essa e a parlarne ad altri. (Confronta Geremia 20:9). Nella congregazione cristiana del I secolo, il modo di vivere adottato dai seguaci di Cristo era a volte chiamato semplicemente ‘la verità’ o ‘la via della verità’. — 2 Giovanni 4; 3 Giovanni 4, 8; 2 Pietro 2:2.
Un tesoro che vale qualunque prezzo
È vero, accettare le verità della Parola di Dio costa qualcosa. Innanzi tutto, il fatto stesso di venire a conoscenza della verità può avere un effetto dirompente. L’Encyclopedia Americana osserva: “Spesso la verità è spiacevole, perché non avvalora miti o pregiudizi”. Veder smascherate le proprie credenze come non veritiere può essere una delusione, specialmente se ci sono state insegnate da capi religiosi di cui ci fidavamo. Per alcuni potrebbe essere come scoprire che i genitori in cui avevano tanta fiducia erano in realtà dei criminali. Ma non è meglio scoprire la verità religiosa che vivere nell’illusione? Non è meglio conoscere i fatti che essere abbindolati?b — Confronta Giovanni 8:32; Romani 3:4.
In secondo luogo, vivere in armonia con la verità religiosa può farci perdere la stima di alcuni che prima ci erano amici. In un mondo in cui tanti “hanno cambiato la verità di Dio in menzogna”, chi si attiene fermamente alla verità della Parola di Dio passa per eccentrico e viene a volte evitato e frainteso. — Romani 1:25; 1 Pietro 4:4.
Ma la verità vale questo duplice prezzo. Conoscere la verità ci rende liberi da menzogne, inganni e superstizioni. E se viviamo in armonia con essa, ci dà la forza di sopportare le difficoltà. La verità di Dio è talmente degna di fiducia e ben fondata che può infonderci speranza e permetterci di resistere a qualunque prova. Non sorprende che l’apostolo Paolo paragonasse la verità all’ampia e solida cintura di cuoio che i soldati indossavano in battaglia. — Efesini 6:13, 14.
Un proverbio biblico dice: “Compra la verità stessa e non venderla, sapienza e disciplina e intendimento”. (Proverbi 23:23) Considerare la verità come una cosa relativa o inesistente significa rinunciare alla più entusiasmante e rimuneratrice ricerca che la vita offra. Trovarla significa trovare una speranza; conoscerla e amarla significa conoscere e amare il Creatore dell’universo e il suo unigenito Figlio; vivere in armonia con essa vuol dire vivere con uno scopo e con pace mentale, ora e per sempre. — Proverbi 2:1-5; Zaccaria 8:19; Giovanni 17:3.
[Note in calce]
a Ci sono più di 70 luoghi nei Vangeli in cui viene attribuito a Gesù l’uso di un’espressione particolare che sottolinea la veridicità delle sue parole. Spesso egli introduceva una dichiarazione dicendo “Amen” (“Veramente”, NM). La parola ebraica corrispondente significa “sicuro, vero”. Il Dizionario dei Concetti biblici del Nuovo Testamento (a cura di L. Coenen, E. Beyreuther, H. Bietenhard, 3ª ed., EDB, Bologna, 1986, pagina 1967) osserva: “Introducendo le sue parole con l’amen, Gesù le definiva sicure e fedeli, le faceva sue e le rendeva vincolanti per se stesso e per gli uditori”. Le sue parole erano quindi espressione della sua maestà e autorità.
b La parola greca per “verità”, alètheia, viene da un termine che significa “non nascosto”, infatti spesso la verità riguarda la rivelazione di ciò che prima era nascosto. — Confronta Luca 12:2.
[Riquadro a pagina 6]
La verità cambia?
QUESTA domanda viene posta da Vincent R. Ruggiero. La risposta che dà è no. Egli dice: “A volte può sembrare che la verità cambi, ma a un esame più attento si vedrà che non è così”.
“Prendete il caso”, dice, “della paternità del primo libro della Bibbia, la Genesi. Per secoli, cristiani ed ebrei hanno creduto che fosse opera di un unico autore. Col tempo questa opinione fu messa in dubbio e venne infine soppiantata dalla convinzione che gli scrittori della Genesi fossero stati addirittura cinque. Poi, nel 1981, furono pubblicati i risultati di un’analisi linguistica della Genesi, durata cinque anni, secondo cui c’è una probabilità dell’82 per cento che lo scrittore sia stato uno solo, come si pensava prima.
“È forse cambiata la verità circa la paternità della Genesi? No. È cambiata solo la nostra opinione. . . . La verità non sarà cambiata né dalla nostra conoscenza né dalla nostra ignoranza”. — The Art of Thinking.
[Riquadro a pagina 7]
Profondo rispetto per la verità
“IL PROFONDO rispetto per la verità non è semplicemente lo pseudocinismo della nostra epoca che cerca di ‘smascherare’ tutto, nella convinzione che nulla e nessuno possa veracemente dire di possedere la verità. Esso è l’atteggiamento che unisce la gioiosa fiducia che la verità si può davvero trovare all’umile sottomissione alla verità in qualunque momento e in qualsiasi luogo essa emerga. Questa apertura mentale nei confronti della verità è richiesta da coloro che adorano l’Iddio di verità; mentre il debito rispetto per la verità assicura l’onestà, sia in parole che in opere, nei rapporti dell’uomo col suo prossimo. Questo è l’atteggiamento, abbiamo visto, attestato sia nell’A[ntico] che nel NT [Nuovo Testamento]”. — The New International Dictionary of New Testament Theology, volume 3, pagina 901.
[Immagini a pagina 7]
Il progresso scientifico si basa sulla scoperta di verità scientifiche
[Immagine a pagina 8]
La verità include il Regno e le sue benedizioni